Alvaro Morata giura amore alla Juve. Il colpo di fulmine tra l’attaccante spagnolo e la vecchia signora è scattato praticamente subito. In questo momento l’ipotesi di un ritorno eventuale al Real Madrid non lo sfiora nemmeno. D’altronde, non si è lasciato proprio benissimo con l’attuale tecnico dei Blancos, Carlo Ancelotti.

Lo ha ribadito egli stesso, stamane, ai microfoni dell’emittente radiofonica Onda Cero. Di seguito vi riproponiamo le sue dichiarazioni: “Ancora non capisco perché a Madrid sono passato dalle buone prestazioni in campo alla tribuna. Non chiedevo di giocare titolare, ma almeno un altro trattamento sì. Con Ancelotti a malapena c’era un rapporto, mentre da Allegri, nel bene e nel male, ho molta più considerazione. In Spagna mi apprezzano di più ora che sono all’estero. Quando ho lasciato Madrid uno dei miei obiettivi era la convocazione in Nazionale e qualcuno pensava fossi pazzo. Penso che pensare ora ad un futuro possibile al Real sarebbe come una mancanza di rispetto per il mio club, l’allenatore e i compagni di squadra. Sono così felice alla Juve che non posso nemmeno fermarmi a pensare al Real o ad altre squadre.

E’ difficile competere con la Bbc (BaleBenzemaCristiano Ronaldo, ndr). Jesé può fare bene, ma se un giocatore si mette in luce all’estero il Real Madrid lo vorrà ingaggiare. Llorente non è solo un compagno di squadra, ma è un amico. Non dimenticherò mai tutto quello che ha fatto per me. Gran parte del merito per quello che sto facendo è suo. Mi elogia sempre, mi dà consigli ed è felice per me. E’ difficile trovare persone così e non ascolterò mai chi parla male di Fernando. Magari in futuro potremo giocare di più insieme. Il calcio italiano si sta evolvendo ed è più divertente rispetto a qualche anno fa. Ammiro Pirlo e Buffon da quando ero piccolo. A Buffon è impossibile segnare durante le partitelle, così a volte mi limito a mettermi dietro a Pirlo per vedere come tira le punizioni. Io non lo faccio per non sembrare ridicolo. Quando uno fa le valigie ed esce di casa, matura in tutti i sensi. Essere in Nazionale per me è qualcosa di incredibile. Prima festeggiavo i successi della Roja e ora ne faccio parte. Sogno il primo gol, anche se non è un’ossessione”.