Matteo Renzi

La cosa potrebbe essere passata sotto silenzio.

Se poi l’avesse fatta Silvio Berlusconi, avremmo avuto  delle petizioni, comunicati stampa di sindacati, movimenti, di qualche associazione antimafia, titoli dei giornali, ashtag divertenti.

L’ha fatta invece il governo Renzi, e pare che possa andare bene a tutti.

Stiamo parlando di una sanatoria del gioco d’azzardo illegale in Italia, che contenuta all’interno dell’ultima legge di stabilità.

Il tutto insieme ad una “marchetta”, alla SISAL, la società concessionaria dei servizi di gioco a pagamento, fondata nel 1946.

La colpa è diretta al Superenalotto.

Dato che  vincere è quasi impossibile, con il tempo gli italiani si sono proprio disinteressati al gioco.

Ecco che allora è stato emanato un emendamento, molto strano, alla legge che dispone che il ministero dell’Economia e delle Finanze possa poter ridurre il prelievo, aumentare quindi il payout (e quindi l’appetibilità), i premi, gli importi giocabili e la frequenza delle estrazioni “per i concorsi che abbiano registrato un calo di almeno il 15% annuo nell’ultimo triennio”.

In pratica, il Superenalotto.

Pertanto il governo ha quindi pensato, per riavvicinare gli italiani, di voler aumentare la percentuale di vincita.

Il che vorrebbe dire tutto e il suo contrario: da un lato potrebbe quindi rivelarsi una mossa tale da poter invogliare i cittadini a giocare di più (con aumento delle entrate fiscali); dall’altro, se la mossa non fosse così sufficiente, il risultato sarebbe quindi diminuire le già scarse entrate attuali, in quanto una fetta delle stesse finirebbe nelle tasche dei vincitori.

Un’arma a doppio taglio, insomma.

Al di là dell’aspetto  SISAL, l’emendamento contiene anche una specie di sanatoria per i bar e i negozi che permettono il gioco senza la concessione statale.

In sostanza, a questi esercizi la legge può permettere la messa in regola del pagamento di una specie di penale, entro il 31 gennaio 2015. 

Sempre alla faccia di chi invece fa le cose in regola.