Sea Shepherd, la flotta di protesta del gruppo ambientalista radicale che per oltre 10 estati australi si è scontrata con le baleniere giapponesi nell’Oceano Meridionale usando razzi luminosi, cavi d’acciaio per bloccare le eliche, bombe puzzolenti, jet ski e gommoni, ha deciso di cambiare obiettivo nella sua annuale protesta antartica.

A difesa del “grande Dentice”

Gli attivisti combatteranno, visto che in questa stagione il Giappone non potrà condurre la sua caccia scientifica alle balene, la pesca di frodo del pregiato e minacciato toothfish o merluzzo australe, una sorta di grande dentice. La Bob Barker, la nave ammiraglia di Sea Shepherd, è salpata ieri da Hobart in Tasmania, mentre la Sam Simon salperà la settimana prossima dalla Nuova Zelanda per raggiungerla, dando il via a una missione di tre mesi in cui gli attivisti intendono fermare a forza la pesca illegale. “Le nostre imbarcazioni si preparano nuovamente a schierarsi sull’ultima linea di difesa della preziosa vita marina in Antartide”, ha detto Peter Hammarstedt, il comandante della Bob Barker. Nell’operazione detta Icefish saranno usate le stesse tattiche contro le navi pirata che si dedicano alla cattura di pesci pregiati.

Sea Shepherd vs Giappone

La Sea Shepherd pattuglierà, quindi, l’Oceano Meridionale con l’intento di eseguire gli arresti da privati cittadini della mezza dozzina di navi che conducono la pesca illegale di toothfish fuori della portata della legge. Sea Shepherd si è impegnata ogni anno nell’Oceano Meridionale, per ostacolare le baleniere giapponesi, ma in marzo la Corte Internazionale di Giustizia, su istanza di Australia e Nuova Zelanda aveva dichiarato il Giappone colpevole di condurre caccia commerciale col pretesto della ricerca scientifica e Tokyo ha dovuto rinunciare alla stagione 2014/15. Intanto si è da poco conclusa la missione della M/V Brigitte Bardot che il 10 Ottobre raggiunse la città di Siracusa per unirsi all’Operazione Siracusa, la prima Campagna di Sea Shepherd Global in Italia per la protezione dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, in collaborazione con le autorità locali e l’Area Marina Protetta.

Alberto Lattuada