Rapito il 5 luglio scorso in Libia, Emiliano Marco Vallisa è stato nelle mani dei suoi rapinatori per oltre 5 mesi. Alle 7:50 di questa mattina è atterrato in Italia.
La notizia è arrivata ieri pomeriggio da un tweet del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni:
***Liberato Marco Vallisa rapito 4 mesi fa in Libia, Grazie per loro lavoro a unità di crisi Farnesina, servizi, nostra ambasciata.***
Il tecnico piacentino era stato sequestrato insieme ad altri due colleghi, il bosniaco Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri, mentre si trovava nella città costiera di Zuara. Area lontana dagli scontri presenti in tutta la nazione, è abitata in prevalenza da berberi. Matic e Gafuri, sono stati rilasciati due giorni dopo in buona salute.
Sin dai primi momenti seguiti alla loro scomparsa si è subito pensato a un rapimento, anche perché la loro auto é stata trovata con le chiavi inserite nel quadro. L’obiettivo dei rapitori potrebbe essere stato quello di chiedere un riscatto: la pista del sequestro ‘politico’, infatti, appare meno realistica, perché i fatti si sono verificati in una zona lontana dalla Cirenaica, dove si concentrano i ribelli jihadisti in conflitto con Tripoli.
«Esprimo profonda soddisfazione per la liberazione di Emiliano Marco Vallisa», ha affermato Gentiloni. «Desidero ringraziare calorosamente tutti coloro che hanno lavorato per il felice esito della vicenda. Tale risultato – commenta il ministro – è il frutto di un gioco di squadra dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri, dei nostri servizi d’informazione e dell’ambasciata d’Italia a Tripoli. A tutti esprimo il mio più vivo apprezzamento per la dedizione e la professionalità dimostrata e per l’efficace e paziente azione. Un particolare ringraziamento – conclude il titolare della Farnesina – va alla famiglia Vallisa per la fiducia nel lavoro delle istituzioni».
Sono ancora cinque gli italiani sequestrati all’estero: le due giovani cooperanti lombarde Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, scomparse in Siria dal 31 luglio 2014; il tecnico veneto Gianluca Salviato, rapito in Libia il 22 marzo 2014; il gesuita romano padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato a fine luglio 2013 in Siria; il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto, scomparso il 19 gennaio 2012 tra Pakistan e Afghanistan.