La amava. La amava, ma la tradiva. La amava anche se la tradiva. Salvatore Parolisi l’ha spiegato ieri a L’Aquila, nella deposizione della seconda udienza a porte chiuse del processo d’Appello (in primo grado è stato condannato all’ergastolo) che lo vede imputato per l’omicidio della moglie Melania Rea. Il caporalmaggiore non ha approfondito né ricostruito le ore e i suoi movimenti in quella drammatica giornata del 18 aprile 2011, nessun dettaglio e nessuna rivelazione clamorosa. Ma ha comunque parlato. E, cosa mai successa finora, ha alzato lo sguardo verso i parenti (padre, fratello e due zii) di Melania: «Scusatemi, vi prego scusatemi. Vi ringrazio per quanto avete fatto e state facendo per mia figlia Vittoria». Un gesto, questo, che non ha lasciato indifferente la famiglia Rea. «Per la prima volta ha indirizzato il suo sguardo verso di noi, dopo due anni non so come ha fatto – ha raccontato Michele, il fratello di Melania – Il tutto per ringraziarci perché noi facciamo tutto per la bambina. Delle bugie e dei trans non si è parlato per niente, Parolisi ha parlato cinque minuti. Per me lui rappresenta il nulla, non mi fa né caldo né freddo, mi dispiace solo per quella povera bambina che comunque un giorno dovrà sapere emi dispiace anche per Melania che ha avuto a che fare con questa persona». Parole dure, durissime. Come quelle del padre di Melania, Gennaro, che dopo aver ascoltato con indifferenza la deposizione di Parolisi ha definito il genero «una persona indifendibile». E ha poi aggiunto: «Mi aspetto giustizia piena quindi la conferma dell’ergastolo». I parenti di Melania, ma non solo. A commentare l’udienza – ovviamente con pareri contrastanti – anche i legali. Valter Biscotti, avvocato di Parolisi, ha spiegato di essere soddisfatto per il lavoro svolto e per la ricostruzione della difesa che indica – a sua dire – con chiarezza i tanti punti di debolezza della motivazione del giudice Marina Tommolini. «Abbiamo ripercorso, passo per passo, punto per punto, le motivazioni della condanna di Salvatore – ha detto il legale – e abbiamo indicato tutte le incongruenze, i passaggi non supportati da prove ». Positive anche le sensazioni sulle dichiarazioni spontanee rese dal caporalmaggiore. «Credo che Salvatore abbia fatto bene a parlare – ha aggiunto Biscotti – dicendo quello che lui si sentiva di dire dopo le tante cose sentite sul suo conto». Mauro Gionni, avvocato della famiglia Rea, è di parere differente. Su tutto. «Le differenze sulle motivazioni e sul movente tra il giudice di primo grado e il procuratore generale – ha spiegato ai cronisti – rafforzano la colpevolezza di Parolisi perché ogni indizio fa sempre capo alla stessa persona». Poi, parlando delle discordanze sollevate dagli avvocati di Parolisi e sulla necessità di ulteriori approfondimenti delle indagini, ha aggiunto: «A mio avviso non verranno accolti perché siamo di fronte ad un abbreviato in fase di appello nell’ambito del quale le parti non possono chiedere altre perizie e altri approfondimenti ma è solo la Corte che ha la facoltà di concederli. Anche noi abbiamo presentato una istanza sulla denuncia fatta alla procura di Napoli in riferimento all’utilizzo dei 130 mila euro che erano sul conto di Parolisi. Le sue dichiarazioni? Ha parlato per pochi minuti dicendo solo che amava sua moglie anche se l’ha tradita. E questo era già acclarato dai fatti: le sue dichiarazioni non aggiungono e non tolgono nulla all’intera vicenda processuale ».