Dopo la polemica televisiva di Max Allegri nel post Milan- Psv, anche Antonio Conte decide di perdere la pazienza e trasforma la banale conferenza stampa pre Juve-Lazio in un’inattesa intemerata contro la Juve. Parole inequivocabile contro chi ha voluto la doppia cessione, per nulla annacquate dal fatto che «questo ci fa capire il momento attuale che sta passando l’Italia, riguarda la Juve e molte altre, a parte qualche eccezione come il Napoli (eppure il saldo del mercato bianconero non è drammatico, ndr). Momento in cui si è costretti a vendere se c’è una richiesta». La furia di Conte, soprattutto, sta nel fatto che «con queste uscite ci siamo indeboliti e abbiamo rinforzato il Milan. Per questo, quando sento dire che sono aumentate le distanze con le avversarie, dico “an – dateci piano”». Curiosità sui due decisivi “dipartiti”: lo scorso anno il jolly Giaccherini ha giocato meno di Padoin (25 presenze e tre gol contro le 26 e zero reti dell’ex atalantino) e Matri ha segnato meno di tutte le punte (10 reti), quarto attaccante per presenze, 35, come Quagliarella (13 gol; Vucinic 43/14, Giovinco 42/11). Velo pietoso su Bendtner e Anelka… Equandofanno notare aConte che da tempo anche Quagliarella è sul mercato (non lo sapeva?), gli si drizzano i capelli: «A oggi spero che non lo vendano. Avere 5 attaccanti mi sembra il minimo partecipando a tre competizioni ». Da notare l’improvvi – so attaccamento alla terza e all’ormai ex quarta scelta del reparto avanzato, visto che titolari inamovibili si chiamano Tevez e Vucinic, mentre Giovinco è destinato alla panchina e le peplessità su Llorente sono palesi. Di zuccherini all’orizzonte neanche a parlarne (forse): «Se mi aspetto qualcosa in entrata? Con la società non ho parlato. Sanno benissimo il mio pensiero. La realtà economica è di grandissima difficoltà. Ma un giorno spero che qualcuno mi dica che abbiamo 50 milioni da spendere sul mercato come voglio. Abbia morisanato il bilancio vincendo, oggi mi piacerebbe eccome poter spendere 100 milioni per un giocatore come ha fatto il Real». Insomma, l’anticipo con la Lazio, rivincita immediata della Supercoppa (4-0 per la Signora) passa fino a stasera in secondo piano. Cosa si è rotto nel giocattolo bianconero? Possibile che Conte non conti nulla? O forse Matri è il pretesto per un rumoroso messaggio cifrato perché non gli è ancora arrivato l’esterno che voleva, né un altro vero top player (ma la trattativa per Nani è ancora in piedi)? I tempi sono sospetti, c’è perfino la sgradevole sensazione che si cominci a mettere le mani avanti, della serie “gli altri sperperano, noi sacrifichiamo”, oppure “abbiamo vinto contro chi ha speso”. La Juve non ha preso posizione, è evidente però come periodicamente ormai il mister sia preda di mal di pancia. Lo è stato a maggio per un’intervista a Sky del presidente Agnelli («Conte mi ha chiesto delle garanzie, delle certezze, ma io la certezza che l’anno prossimo vinceremo la Champions non gliela posso dare »), sia nell’estate 2012 con Marotta per la gestione del mercato (Marchisio vicinissimo al Milan, affare bloccato all’ultimo) e con la dirigenza per i troppi impegni extracalcistici richiesti ai giocatori. Gli screzi portarono vicino alle dimissioni e poi in primavera a trattare con il Chelsea. Ieri Conte ha dato un altro colpetto al suo dg: «Marotta ha detto che ce la giochiamo alla pari col Real e le altre big d’Europa? Credo sia inutile prenderci in giro: il Real è un carro armato, mentre noi siamo un’auto». Di quale marca?
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