Premessa. Chi èWolverine. Unadomandache mi hanno fatto tre persone sulle cinque interpellate. E che ovviamente merita risposta. Wolverine (Logan all’anagrafe) è un mutante, uno degli XMen dei fumetti e della trilogia cinematografica iniziata da Bryan Singer nel 2000. Come eroe fumettato è nato nel1974 come comprimario della serie Hulk della Marvel. Nel 1990 è stato riciclato con gli XMen, dei quali è diventato il membro più importante (l’unico a essere in seguito gratificato con una testata autonoma). Quando «muta» Wolverine si trasforma in una sorta di Uomo Lupo (ma a differenza degli altri licantropi dello schermo attacca solo i cattivi e non ha bisogno della luna piena per scatenarsi).Oltre ipeli,gliartigli ela furiabelluina, Wolverineha in comune col primo dei Wolfmen (il Chaney junior degli anni ’40) il taedium vitae. «Non voglio vivere per sempre!», strillavaChaney anche in una parodia di Gianni e Pinotto. Logan non strilla, ma vorrebbe tanto farlo. L’immortalità, sognodi ogniuomo, per lui stadiventando un peso intollerabile. Ha visto morire troppe persone care, e la sua solitudine di «diverso », già angosciante nei capitoli precedenti (cinque finora), lo sta portando sull’orlo della follia (anche quando è glabro). Forse però ha trovato un modo per farla finita (almeno con l’an – goscia). Durante la seconda guerra mondiale ha salvato la vita ad un giapponese, Yashida, (che ora è un vecchietto incartapecorito, mentre per Wolverine l’età apparente si è fermata aimen chequaranta). Yashida sembra aver trovato il modo (attraverso una sua mirabolante invenzione)di guarire Wolverine dalla sua «malattia». L’X man sbarcaquindi in Giappone intenzionato a vivere da bravo «mortale» prima ancora di essere sottoposto al trattamento Yashida (quindi niente esibizione e soprattutto niente uso degli spaventosi artigli). Ma casca male. In mezzo a clan Ninja in lotta tra loro. Yashida stesso è un boss ninja e sua figlia Mariko una preda contesa tra gli Yakuza. L’X man deve presto mollare ogni comportamento da tranquillo turista e affrontare i nemici in loco. Che sono tanti e tutti temibilissimi. Tra i più duri la terribile Viper (che ha sempre avuto con Logan un rapporto di amore e odio). E un mutante locale Kenuicho Harada detto Silver Samurai. Per laverità, lui ciprovaadaffrontarli lealmente (cioè con l’unica forza di un fisico ben palestrato). Ma ne esce malconcio (se non muore, è giusto perché non può). Urgeallora risfoderaregliunghioni. E guai a tutti i ninja che gli passano davanti. Partenza alla grande con l’antefat – to, il salvataggio di Yashida nell’in – ferno di Nagasaki del 1945. E si proseguebene coni flashbacks gli incubi del passato che tormentanoogninottedi Logan(perunsuperman non ci possono essere che super incubi). Insomma l’avven – tura è impostatabene. Gli sceneggiatori hanno decisamente imboccato la strada tracciata da Christopher Nolan e dalla sua storie di CavalieriOscuri. Niente spazio per strizzate d’occhio, per inserti umoristici. Il tonoè costantemente cupo, anzi cupissimo (del resto purei fumettidi FrankMiller lo erano). Si comincia e si finisce con un eroe condannato all’infeli – cità e il tono diventa decisamente feroce proprio quando Logan ci prova timidamente a comportarsi da persona normale (perché a questo punto è indifeso, qualsiasi Yakuza puòmetterlo con le spalle a terra). La seconda parte è più prevedibile. Dall’inseguimento in treno alle apparizioni di Viper si pesca nel consueto armamentario dell’action movie. Un consiglio per i mariti in città. Non affrettatevi ad alzarvi appena appaiono i titoli di coda. C’è ancora spazio per una sequenzamozzafiato (nonchè anticipatrice del prossimo capitolo).