Premesso che c’era il rigore a favore dei rossoneri nei minuti di recupero e che quello fischiato contro l’Inter è stato partorito dalla fantasia di Gervasoni, c’è da sottolineare che per giustificare le mancate vittorie delle milanesi non basta appellarsi agli errori arbitrali. A Firenze Tomovic non andava espulso e se il Milan non ha saputo conservare i due gol d vantaggio, in undici contro dieci, il rigore non concesso nel finale è solo una puerile giustificazione ai propri demeriti. La verità è che i rossoneri sono nell’attuale posizione di classifica grazie ad un inizio stagione strepitoso da parte di El Shaarawy, successivamente dall’arrivo di Balotelli e, per concludere, dalla continua maturazione di De Sciglio. A Firenze tutti e tre hanno giocato solo a fini statistici, senza minimamente incidere sull’andamento della partita e, se in una squadra i tre più bravi latitano deludendo, aggrapparsi agli errori arbitrali (solo per la precisione: uno dei quali scandalosamente a favore) resta solo un atteggiamento infantile. Qual è la regola che vuole fischiato un rigore a favore ogni sette, dieci o cinquanta partite? Il Milan contro la Fiorentina ha dimostrato ancora una volta la propria incapacità, già in vantaggio di due reti, nel gestire la minima difficoltà per mancanza di tecnica e spirito agonistico. Alcuni calciatori sono impresentabili a certi livelli per ‘broccaggine’ o per vecchiaia. Diverso discorso, invece, per l’Inter. Quella nerazzurra è una squadra mai nata. Sottolineare che ai nerazzurri non vengono fischiati rigori a favore da un numero imprecisato di partite non è una giustificazione, semmai una statistica che rasenta la comicità. Contro la Juventus, nel finale di partita, ci fu un accenno di rissa, episodio che domenica scorsa contro l’Atalanta si è riproposto. La sensazione è che ci sia qualche avanzo di balera di troppo… L’incapacità di accettare la normalità, e nella normalità rientra anche l’errore arbitrale, è il classico segno di immaturità ad ogni livello, a cominciare da quello presidenziale. Massimo Moratti parla di malafede, ciò presuppone un disegno ben preciso. Ha lanciato, ancora una volta, sospetti sull’onestà del campionato. Bene, se ha le prove le tiri fuori e la finisca di gettare veleno per giustificare una gestione societaria, oltremodo fallimentare, che va oltre i limiti del ridicolo con acquisti misteriosi e cessioni stravaganti dettati da chissà quali necessità o contorta visione di costruire una squadra che dovrebbe competere per lo scudetto e la Champions. Nel Milan, se vi sono problemi, c’è Galliani pronto a metterci la faccia esponendosi ed assumendosi delle responsabilità a tutela dei suoi uomini. Nella Juventus c’è Marotta a spalleggiare e sostenere Conte. Nell’Inter non c’è nessuno. Avete mai visto Ausilio, quello della famosa clausola su Balotelli, o Branca andare in televisione a sostenere e difendere Stramaccioni? Il Mister nerazzurro viene mandato letteralmente allo sbaraglio e, in primis la società, vige la filosofia di addossargli tutte le colpe per arrivare all’ennesima farsa di un esonero che, per inciso sarebbe il peggiore di tutti i mali, rappresenterebbe un passo indietro di almeno dieci anni. Facendo un breve accenno alla Champions posso solo evidenziare quanto già notato da tutti: il Bayern a Torino ha fatto il bis mettendo la parola fine alle illusioni bianconere, e con loro esce l’ultima delle italiane, carichi speranze in Europa. I tedeschi hanno annullato la Juventus come e più che all’andata.