Come funziona una conceria: le macchine e i procedimenti

Come funziona una conceria: le macchine e i procedimenti

Quando si parla di lavorazione della pelle non si scherza, infatti si tratta di una lunga serie di processi che richiedono la massima attenzione verso il materiale e l’utilizzo di svariati macchinari che permettono di passare dal prodotto grezzo a quello finito.

Fasi operative principali della lavorazione della pelle

Le fasi principali della lavorazione della pelle sono:

  1. La riviera, ossia un’operazione preliminare durante la quale si pulisce e si prepara la pelle grezza e comprende tutti i passaggi dal rinverdimento alla pre-concia;
  2. La concia, cioè i passaggi che servono a stabilizzare le fibre del derma;
  3. La riconcia, tintura e ingrasso, un insieme di processi che servono a conferire determinate caratteristiche fisiche alla pelle, come morbidezza ed elasticità;
  4. La rifinizione, vale a dire una serie di trattamenti che riguardano la superficie della pelle e hanno scopi puramente estetici per arrivare ad un prodotto finito.

Tutte le fasi sopra elencate sono essenziali per la lavorazione della pelle e ottenere qualsiasi prodotto finito in questo materiale, infatti esistono dei macchinari per concerie che sono alleati indispensabili nell’esecuzione di certe operazioni.

Macchinari per la fase umida

All’inizio, ovviamente ci si trova a lavorare con del materiale grezzo, per arrivare poi ad una situazione di semilavorato, denominata wet blue. La fase umida della lavorazione della materia prima è costituita da una sequenza di processi chimici ben organizzati ed è possibile effettuarli grazie all’aiuto di operazioni meccaniche molto specifiche.

I processi principali che riguardano questa fase della lavorazione comprendono le fasi di rinverdimento, la macerazione per reidratare, il calcinaio che rende possibile la depilazione, la de-calcinazione, la macerazione e le ultime fasi di sgrassaggio, piclaggio e concia.

Al termine di tutti questi processi, il risultato ottenuto sarà un prodotto semilavorato stabile che verrà poi conservato e successivamente commercializzato in questa condizione, oppure verrà ulteriormente lavorato tramite riconcia, ingrasso e tintura, in modo da ottenere un prodotto semifinito, anche detto crust.

Macchinari per l’essiccazione

Dopo aver lavorato la pelle con la concia, il materiale dovrà subire una fase di essiccazione per raggiungere un grado di umidità interna ottimale, quindi è necessario creare una condizione ambientale ben controllata che permetta di ottenere determinate caratteristiche fisiche.

Durante questa fase, sono diverse le opzioni tra cui scegliere che permettono di ottenere risultati differenti tra loro: la prima opzione è di appendere le pelli in questione per diverse ore in un tunnel ideato appositamente per l’essiccazione, oppure si può utilizzare un essiccatoio sottovuoto, in alternativa è possibile eseguire l’essiccazione a telaio inchiodando le pelli. Il metodo di essiccazione verrà scelto in base al risultato che vogliamo ottenere.

Macchinari per la rifinizione

Una volta terminata la fase di essiccazione, è necessario pensare alla rifinizione del prodotto, ma non è così semplice perché non esiste una procedura unica che vada sempre bene, bensì le operazioni di rifinizione sono spesso a discrezione della conceria stessa, che sceglierà il metodo migliore in base alle competenze degli esperti.

Esistono, tuttavia, alcuni elementi comuni che caratterizzano il processo di finitura del prodotto, ossia: la bottalatura a secco che serve ad ammorbidire la pelle, la palissonatura per aumentare la flessibilità del prodotto e il rivestimento superficiale di quest’ultimo per ottenere il risultato estetico desiderato.

Per quanto riguarda la finitura, nelle ultime fasi vengono combinate le azioni termiche e meccaniche, cioè calore e pressione per eseguire la placcatura, la stampa del fiore e altre operazioni. In caso la pelle fosse molto rovinata, si potrebbe ritenere necessario l’applicazione di un film sulla superficie, un passaggio di lucidatura o la molatura, in modo da tentare di recuperare il prodotto.