La parola counseling negli ultimi anni è sempre più diffusa, sia in ambito privato sia in ambito professionale. Deriva dal verbo inglese “to counsel” e tradotto in italiano significa consigliare. Si può dunque intuire che parliamo di un’azione che è molto vicina alla consulenza ma che si differenzia per alcuni aspetti. Per capire cos’è l’attività di counseling possiamo provare a dare intanto una definizione. Si parla di un’attività che ha come obiettivo migliorare la vita delle persone e renderle consapevoli e capaci di prendere decisioni importanti nella sfera personale e lavorativa. Il counsellor ha dunque competenze che riguardano la sfera psicologica e sociale ed opera ai confini di diversi ambiti, come quello educativo, formativo, psicologico, emozionale. In Italia, secondo le associazioni di categoria, i counsellor sarebbero circa 2.500, ma siccome la loro professione non è riconosciuta, il numero nella realtà potrebbe essere molto diverso, visto che in molti si autodefiniscono tali, anche se non hanno seguito un percorso formativo specifico e non appartengono ad associazioni di categoria. Il counseling viene spesso associato alla psicologia, e il counsellor è assimilato allo psicologo.Tra le due professioni c’è differenza, sia in termini di regolamentazione della professione sia in termini di metodologie. La scelta dell’uno o dell’altro dipende dalle esigenze personali, dallo stato di salute e dagli obiettivi da raggiungere.

Psicologo o counsellor: le differenze

La professione dello psicologo è riconosciuta e regolamentata. Il professionista, dopo aver conseguito la laurea in Psicologia, deve infatti sostenere l’esame di abilitazione e poi iscriversi all’albo per esercitare la professione. Si occupa di analizzare il disagio psicologico delle persone mediante un colloquio orientato più all’aspetto della salute psicologica e attraverso test psicologici. Lo psicologo in molti casi fa da ponte nell’individuazione di una patologia di natura psicologica più importante, che va poi trattata da altri specialisti come lo psicoterapeuta o lo psichiatra. Lo psicologo non è un medico, ma le persone con cui lavora sono pazienti e la sua disciplina rientra tra le materie sanitarie. La laurea in psicologia si può conseguire anche con il metodo e-learning presso le Università online, come Unicusano. Una buona opportunità per chi desidera intraprendere una carriera in quest’ambito o preferisce seguire i corsi da remoto.
Il counsuellor invece non è un una figura professionale riconosciuta e la sua professione è regolamentata dalla Legge n. 4 del 14 gennaio 2013, che contiene tutte le disposizioni relative alle professioni non organizzate. Il counsuellor è inoltre indicato dal COLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali) tra le nuove professioni dell’area socio-formativa. Per diventare counseling non c’è un percorso definito, ma esistono delle scuole private che permettono poi di accedere ad enti che hanno l’autorizzazione per certificare la professione. Il corso ha una durata di tre anni e prevede sia formazione teorica sia attività di tirocinio ed extradidattiche. A differenza dello psicologo, il suo metodo di lavoro si basa sull’utilizzo di numerose tecniche di counseling, che vengono affinate nel tempo mediante corsi di specializzazione. Alla base di tutto ci sono  l’ascolto e l’empatia, due aspetti fondamentali per entrare in connessione con il cliente, e non paziente, e per guidarlo alla scoperta delle proprie potenzialità, fargli capire l’origine della sua situazione di sofferenza e aiutarlo a osservare le cose in maniera diversa per superare le criticità.