Nel 2021, investire coincide, nella maggior parte dei casi, con la parola “trading online”, quella modalità grazie alla quale è possibile allocare i propri risparmi in ambito finanziario mediante i dispositivi remoti di più ampia fruizione, come smartphone, pc o tablet. Grazie al web, infatti, è possibile approcciare ad alcuni asset che, allo stato attuale, non sono disponibili tramite le agenzie bancarie e postali dislocate nel nostro paese. 

Strumenti finanziari che consentono, in primis, di poter diversificare efficacemente i propri risparmi e, perché no, rendere maggiormente profittevole il singolo portafoglio finanziario. Tra questi asset di “ultima generazione”, uno, più di altri, ha visto crescere, esponenzialmente, il numero dei propri utenti: le criptovalute. 

Criptovalute: il mondo finanziario è sempre meno scettico 

Esse sono delle monete digitali create da una serie di codici e, ormai da un decennio, stanno animando il dibattito del mondo finanziario ed economico. Gli analisti, infatti, non la pensano tutti allo stesso modo: alcuni vedono nelle criptovalute un fenomeno transitorio, destinato a sgonfiarsi col passare del tempo, mentre altri sostengono come esse siano una realtà che diventerà ancora più centrale col passare del tempo. 

Il numero degli scettici, tuttavia, continua a calare col passare del tempo: se fino a dieci anni fa rappresentavano la maggioranza, oggi iniziano ad essere la minoranza. D’altro canto, quanto avvenuto negli ultimi dodici mesi, complice l’esplosione della pandemia, non ha fatto altro che rendere ancor più centrali i pagamenti elettronici. E le criptovalute, in tal senso, rappresentano il metodo più all’avanguardia

Al momento, pur essendo accettate negli e-store di alcuni grandi player internazionali, più che una sorta di valuta rappresentano un investimento finanziario, considerata anche la forte volatilità che incorporano. A differenza di altri asset finanziari, negli ultimi dodici mesi, alcune criptovalute hanno ottenuto dei rendimenti particolarmente elevati, nonostante la crisi economica generata dall’avvento della pandemia, 

L’esempio più evidente, in tal senso, è rappresentato dal Bitcoin, la criptovaluta più nota ed apprezzata al mondo, che nel corso dell’ultimo anno ha visto crescere il proprio valore di oltre il 700%. Un dato sbalorditivo, che testimonia come una fetta importante del mondo finanziario è pronto a scommettere sul futuro delle criptovalute, magari, a differenza di oggi, inquadrate in un contesto normativo ben definito. 

Qual è il modo migliorare per governare la volatilità delle criptovalute? 

Per poter approcciare al mondo delle criptovalute è indispensabile, in primis, disporre di una lista completa dei migliori siti Exchange di Bitcoin e di criptovalute, in modo da effettuare un trading efficace alle migliori condizioni possibili. E’ indispensabile, tuttavia, operare nel mondo delle criptovalute con ragionevolezza e consapevolezza, in quanto rappresentano uno strumento che può nascondere anche qualche insidia. 

E’ inutile negare, infatti, che possano essere esposte ad una certa volatilità, in grado, in alcuni momenti, di poter incrinare il valore della criptovaluta, nonostante, sin qui, la maggior parte delle valute digitali, Bitcoin in testa, si siano mostrate – al di là dello straordinario exploit degli ultimi dodici mesi – un ottimo investimento in un orizzonte temporale di medio periodo.

Il consiglio, di conseguenza, è quello di utilizzare le criptovalute come elemento “diversificatore” all’interno di un portafoglio finanziario ampio e strutturato, in grado, in alcuni contesti, di migliorare le performance complessive dei risparmi di un singolo soggetto. I più importanti consulenti finanziari, in tal senso, suggeriscono di non superare mai la fatidica soglia del 10% dei propri risparmi, percentuale che tende a scendere, oltretutto, se il profilo dell’investitore non è aggressivo, ma dinamico, moderato o prudente. 

Un ottimo suggerimento quando si fa trading sulle crypto, è quello di fissare dei “take profit” e “stop loss”: nel primo caso, raggiunta una certa soglia di guadagno, è necessario vendere il titolo e “accontentarsi” del profitto, senza aver alcun rimpianto se lo stesso dovesse successivamente proseguire la sua corsa; nel secondo caso, invece, se il titolo tocca un ribasso ritenuto eccessivo, meglio disfarsi del titolo onde evitare che lo stesso prosegua la  propria discesa