E’ uscito da più di una settimana il videoclip di Tamara Macera in arte Calliope, una giovane cantante e scrittrice marsicana. Già conosciuta per le sue pubblicazioni in ambito letterario con “ Il naturale processo di eliminazione” e “ Sofia in punta di piedi “, romanzi editi da Valletta Edizioni, ora si apre alle strade della musica con il suo progetto da solista. Laureata in canto lirico, presso l’Istituto Superiore Statale di Studi musicali e coreutici Gaetano Braga di Teramo, Calliope rivela la parte inedita della sua scrittura musicale. Il progetto della giovane è un cammino di riscoperta di sonorità aggressive e testi ermetici, sulla base di uno stile post punk. Fondamentale è l’utilizzo della parola nella sua completezza su tonalità che danno spazio ad una voce grave e corposa da mezzosoprano. Ogni canzone non guarda a tematiche specifiche, il tutto si distacca dalla dimensione sociale e sentimentale, punta invece all’espressione di una qualche verità. In Carta Vergine ne è il primo esempio, mentre è in fase di delineamento un ep, con brani che abbiano lo stesso filo conduttore di disincanto e disillusione . Lo stesso vale per la musica che non trascende mai dalla parola e ne diventa serva.
Il brano
“In Carta Vergine” parla dell’impossibilità di creare e di essere. La carta bianca è il simbolo del vuoto, della mancanza di parole e di senso. In una realtà che ci vuole sempre pronti all’azione e alla vittoria, il fallimento diventa la strada per annullare un concetto, un’identità, per porre una fine alla mediocrità dei giorni, solo così si puo’ diventare Re silenziosi e consapevoli della propria caducità umana. I riferimenti a situazioni concrete tra persone sono solo il pretesto per presentare un significato che va ben oltre le parole stesse, un significato che non ha pretesa di esistere. Tutto in “ In Carta Vergine” non ha pretesa di esistere. Essenziale è l’intenzione, la direzione di un’idea che sporchi “ il sangue alla ragione” ,che ci innesti il seme del dubbio e che ci permetta di aprire gli occhi. Sempre dubitare, sempre “ammalarsi “ per un qualcosa che non abbia a che fare con il quotidiano ma che si distacchi da esso..” è un dolore a profusione serve solo se, porta il sangue alla ragione”. Alla fine è necessario smontare anche questo altare, rendersi conto che “il fare” ci conduce ad un’esistenza , che la mente e le sue congetture sono soggette a compromesso. L’eliminazione di esse causa inevitabilmente frustrazione e ci consegna al nulla. Un gatto che si morde la coda e rimane solo il bianco. Il vuoto. Mancanza d’aria. Carta Vergine.
E’ possibile visionare il video a questo indirizzo youtube: