Da quando il governo italiano ha varato il nuovo codice di condotta per le organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo per intercettare i barconi carichi di migranti ci sono stati parecchi sconvolgimenti nel variegato panorama dell’accoglienza. Dopo Medici senza frontiere ieri anche altre organizzzazioni umanitarie hanno deciso di sospendere tutte le operazioni in mare fino a quando il governo non darà istruzioni più precise sul comportamento da tenere durante i salvataggi in mare.

Anche Sea Eye e Save the children hanno deciso almeno temporaneamente di interrompere la loro attività in mare e hanno diramato comunicati stampa per spiegare le loro ragioni. Michael Buschheuer, direttore operativo di Sea Eye, ha scritto su Twitter: ” La nostra organizzazione sta mettendo in atto una proroga a tempo indeterminato e unilaterale delle acque territoriali in relazione a una minaccia esplicita contro le ong private. In queste circostanze non è possibile proseguire il nostro lavoro di salvataggio. Sarebbe irresponsabile nei confronti dei nostri equipaggi”. Anche per Save the children la sospensione delle attività in mare è dovuta alla mancanza di sicurezza dopo ripetutte minacce ricevute dalle autorità libiche.

Se è vero che alcune motovedette libiche hanno minaciato più volte le navi delle organizzazioni non governative e hanno anche aperto il fuoco su uan nave spagnola impegnata nel salvataggio dei migranti, è anche vero che la tempistica della sopsensione è quanto mai sospetta. Viene da chiedersi come mai le organizzazioni non governative abbiano deciso solo adesso di sospendere le attività e rimane il dubbio che ci siano anche ONG  che sfruttano la migrazione come loro personale business.

Più volte è stato detto che accanto ad operatori seri che veramente vogliono salvare vite umane ci sono anche i disonesti che fanno business sulla pelle di chi soffre e cerca in ogni modo di scappare da guerre e carestie. La migrazione è diventata una delle entrate più consistenti per le organizzazioni disoneste che si arricchiscono sulla pelle dei poveri, degli ultimi che sono costretti ad abbandonare tutto pur di cercare una vita migliore.

In una intervista shock ad un importante quotidiano un operatore di una organizzazione impeganata nel Mediterraneo ha detto: ” Ho visto pochi migranti in pericolo di vita, non abbiamo mai salvato qualcuno che stesse morendo in mare: sembrava più una gara a chi arrivava prima“. Una volta abbiamo preso un battello con gente in buone condizioni a dieci minuti dalla costa libica, non in alto mare. Sono evidenti i rapporti tra scafisti e molte organizzazioni. Non importa a nessuno dei migranti, è solo un business”.

Queste parole sono preoccupanti perchè pronunciate da una persona rispettabile che era davvero animata dalla volontà di salvare donne e bambini in mare ma ha poi capito che la migrazione è diventata l’affare del momento per le ONG disoneste che pensano solo al proprio tornaconto economico.