Capita ormai sempre più spesso di guardarsi intorno e vedere una varia umanità rinchiusa o persa nel proprio piccolo mondo virtuale mentre passeggia, sta seduta su un treno o su un autobus.
Molte persone, soprattutto tra i più giovani non riescono più a distinguere la differenza tra la vita reale e i social network, riportando in questi ultimi la stessa ansia, la stessa frustrazione, gli identici stress della vita vera.

Litigi, delusioni, esclusione sociale, fanno ormai parte anche di quel mondo virtuale che in realtà era stato probabilmente concepito proprio per alleviare tali negative sensazioni, in una dimensione sicuramente più ludica e meno formale della socializzazione.

L’annuale National Stress and Wellbeing Survey, giunta al quinto anno e condotta dall’Australian Psychology Society, mostra che gli adolescenti sono particolarmente a rischio di stress, mentre controllano costantemente lo status di social media degli amici, perché pensano di non divertirsi abbastanza.
Una sorta di “mancato invito alla festa”, o “la vita di Tizio è molto più figa della mia”, non comprendendo che spesso, in maniera addirittura peggiore e notevolmente più diffusa, la vita dei social si basa prevalentemente sull’apparenza e sulla rappresentazione di se stessi.

Quasi la metà dei giovani che interagiscono abitualmente sui social network ha la sensazione che i loro pari abbiano esperienze più gratificanti e nell’insieme i livelli di stress, depressione e ansia sono significativamente più alti rispetto alla prima indagine di cinque anni fa. Sarebbe stata riscontrata una concordanza molto forte fra le ore trascorse su tecnologia digitale e più alti livelli di stress e di depressione, secondo quanto dichiarato dal rapporto.

Inoltre, quasi il 60% degli adolescenti ha difficoltà ad addormentarsi o a rilassarsi dopo aver passato in rassegna i siti di social media, e che in una simile proporzione si sentono esausti dalla costante connettività. Eppure, una persona su due dichiara di ricorrere ai social media per calmare lo stress, contro una percentuale del 37% di cinque anni fa.

Più della metà dei partecipanti ha dichiarato di sentirsi preoccupato, di soffrire di gelosia o provare ansia dopo aver scoperto da foto o aggiornamenti di status di essere stati lasciati fuori da una qualche attività in comune. Ben il 72% degli intervistati sente che lo stress ha impatto sulla propria salute fisica, ma più della metà non cerca alcun aiuto. Il livello di benessere ricavato dalla frequentazione dei social network aumenta tuttavia in presenza di un reddito e di un livello di istruzione più elevati e di un buon impiego lavorativo. Chi accusa livelli estremamente severi di ansia, angoscia e depressione, per alleviare lo stress, ricorre a comportamenti di dipendenza come alcol, fumo, droga e gioco d’azzardo, in proporzioni molto più elevate dei coetanei.