Secondo il Cto di Facebook, Mike Schroepfer, fra soli dieci anni sarà ultimata la tecnologia necessaria per ingannare la mente e fargli credere di essere in altri luoghi.

Non dobbiamo immaginare una sorta di apparecchio che, come in Star Trek, ci consentirà di scomporre i nostri atomi e ricomporli in un altro luogo magari distante migliaia di chilometri dal punto di partenza dopo aver viaggiato alla velocità della luce, ma di una combinazione di dispositivi che, grazie a una tecnologia per la realtà virtuale, sarà in grado di ingannare i sensi facendo credere di essere in un luogo in cui in realtà non si è.

Si tratta, in sostanza, del potenziamento di Oculus Rift, il visore per la realtà virtuale creato dalla società Oculus VR acquisita da Facebook l’anno scorso per due miliardi di dollari. L’arrivo del visore, ancora non in nuova versione “teletrasporto”, è previsto per il 2016.

Schroepfer aggiunge che “in futuro saremo in grado di costruire sistemi più intelligenti e utili, rendendo possibile il collegamento tra chiunque nel mondo”.
Tutto questo è sicuramente affascinante sotto il profilo del progresso tecnologico, ma al tempo stesso ci lascia anche un certo senso di inquietudine, visto che già le attuali versioni dei social network si stanno purtroppo rivelando assolutamente negative sotto il profilo dei naturali contatti e rapporti umani.

Attualmente ci troviamo già in presenza di giovani generazioni con enormi problemi di solitudine, pigrizia fisica e mentale e difficoltà di socializzazione fuori dalla virtualità ed anche molti adulti affetti da “social-dipendenza” non se la passano sicuramente meglio.

Questa situazione sta lentamente degenerando in una società antisolidale, sempre più distaccatamente egoistica ed apatica con gravi problemi di empatia tra i suoi componenti.
I timori più fondati sono quelli che con l’arrivo di una tecnologia alla portata di tutti in grado di ingannare i nostri sensi e trasportarci in una dimensione autistica della socializzazione, molte persone, soprattutto tra coloro che non brillano per estroversione e socialità, si rinchiuderanno ancora di più in questa realtà virtuale perdendo definitivamente il contatto con il mondo, con i propri simili, con la vita vera, quella che ogni essere umano deve sforzarsi di vivere ogni giorno.