Da una recente statistica risulta che 7 studenti su 10 utilizzano quotidianamente i social network, ma hanno una conoscenza assolutamente deficitaria di PC e Internet.

Studiano in scuole dotate di attrezzature informatiche obsolete, in cui nel 60% dei casi si comunica ancora via fax invece che via email e il 70% degli insegnanti ha più di 55 anni. Nel 15% dei casi non hanno una connessione Internet a casa.

Un quadro piuttosto sconfortante per i cosiddetti “nativi digitali”.
Se a questi dati uniamo la diffusione insufficiente di infrastrutture di rete, soprattutto in alcune zone del nostro Paese, possiamo facilmente comprendere come ormai sia improrogabile un massiccio intervento anche da parte del governo per contrastare il fenomeno del digital divide e il gap informatico che ci separa da altre nazioni anche meno progredite sotto altri aspetti rispetto all’Italia.

Inoltre, con il lento ma costante processo di digitalizzazione di molti servizi e della Pubblica Amministrazione, si sta rendendo ancor più urgente e necessaria una sorta di alfabetizzazione informatica anche degli adulti, in particolare degli ultrasessantenni, che rischiano di rimanere sempre più esclusi da un mondo di cui stentano a comprendere le trasformazioni e le nuove opportunità.

E’ un compito sicuramente non facile, in un Paese che affronta ormai da anni il preoccupante fenomeno dell’analfabetismo di ritorno e annovera il triste primato del 47% di analfabetismo funzionale tra i suoi abitanti.
Nasce così il progetto: “Le avventure di Supertab”, la cui seconda edizione è stata presentata alla Camera dei Deputati.

Lo scorso anno sono state coinvolte 4.000 classi delle scuole elementari e medie, da nord a sud del Paese per un totale di circa 85.000 studenti insieme ai loro genitori. L’obiettivo è quello di aiutarli a capire, attraverso consigli e materiali educativi, parole come: “browser“, “phishing“, “spam” e “privacy” ma anche a navigare sul Web in tutta sicurezza, difendendosi da eventuali insidie nascoste nella rete.

Il progetto, va nella direzione di colmare il gap del digital divide, ossia quella mancanza di connettività e di digitalizzazione che caratterizza spesso i cittadini italiani, soprattutto se pensiamo che il 15% delle famiglie del nostro Paese non ha Internet a casa.
Purtroppo, rischia di essere appena una goccia in un mare, se non accompagnato da un’opera capillare di diffusione della banda larga.