E’ di questi giorni la notizia che Facebook offrirà la possibilità di registrarsi anche utilizzando pseudonimi e soprannomi.

Se, in tal modo, verranno finalmente accolte le richieste più che legittime provenienti in modo particolare dalle organizzazioni LGBT che ribadivano l’esigenza di questa apertura soprattutto per quelle persone che hanno deciso di cambiare genere o il cui aspetto fisico non corrisponde più alla mascolinità o alla femminilità del proprio nome, d’altro canto si pone ancora una volta la questione sulla sicurezza del noto social network per gli utenti reali, ovvero, coloro che si sono registrati utilizzando le proprie vere generalità e che utilizzano Facebook magari soltanto per comunicare con amici e parenti.

Non è un mistero che, anche allo stato attuale, esiste su Facebook un numero considerevole di “fake” (falsi profili), quantificata approssimativamente intorno ai 137 milioni di profili fittizi ed è facile immaginare che dopo questo ulteriore aggiornamento delle regole aumenteranno ulteriormente.

Tale situazione, comporterà un aumento del rischio di frodi, episodi di stalking, bullismo e molestie di ogni genere, davanti alle quali sarà sempre più difficile risalire agli autori. La soluzione, a mio avviso, sarebbe semplice. Basterebbe richiedere la copia di un documento d’identità valido in fase di registrazione di ogni nuovo profilo.

Ovviamente, molti blog e social network negano tenacemente questa possibilità trincerandosi dietro alla protezione dell’identità dei loro iscritti, nel caso in cui dovessero avere problemi per qualcosa da loro pubblicata in buona fede. In realtà, stanno tutelando soltanto se stessi, poiché sanno perfettamente che, in caso di procedure più rigide per il processo di apertura di un account. probabilmente il numero di iscrizioni calerebbe sensibilmente e insieme a questo, il valore commerciale della piattaforma.

A poco servono le parole di rassicurazione del manager Alex Schultz, che ribadisce la volontà di Facebook di continuare a chiedere agli utenti di registrarsi con le loro vere generalità, soprattutto fino a quando saranno degli algoritmi o delle segnalazioni spesso strumentali e ritorsive da parte di altri iscritti alla piattaforma a determinare la genuinità o meno di un profilo.