Valentino Rossi stupisce ancora in MotoGP.
Dopo tanti anni, non gli è passata ancora la voglia di farlo.
Dimostra di valere ancora tanto non soltanto fuori dalla pista con gli accordi di merchandising, ma anche dentro. Come il buon vino: più invecchia e più diventa buono e sorprendente. Valentino Rossi su Yamaha firma il giro record nelle qualifiche di Assen, in Olanda, tornando in pole position. Tempo stabilito in 1:32.627. Numeri da funamboli per tutti i big nella sessione di prove, ma in particolare per Marc Marquez, che inizia la Q2 portandosi immediatamente al comando.
Non senza rischi, ma con un feeling in sella nettamente migliore rispetto alle ultime qualifiche. Merito della Honda, telaio 2014, che sembra avergli restituito fiducia, equilibrio ed efficacia sul giro. Ciò basta per tenere inizialmente a bada Crutchlow, Lorenzo, Dovizioso, lo stesso Rossi e Pedrosa. Non brilla invece Iannone, che resta ai margini della top ten. Dalla pit-lane esce, poi, la Suzuki che non ti aspetti, con Aleix Espargaro che compie un giro mostruoso in 1:32.858.
Tutti spingono forte e danno il meglio. Il colpaccio, però, questa volta riesce a Valentino, che demolisce e riscrive il record della pista, girando in 1:32.627. Un bel +0.540 meglio del record precedente. Era dall’ultimo Gran Premio di Valencia del 2014 che non conseguiva una pole position. Per lui si tratta della 61ma pole in carriera, con una grande voglia di riallungare sull’avversario diretto, vale a dire quel Lorenzo che ha, invece, sbagliato nel giro decisivo e si è preso oltre 4 decimi di gap dalla vetta, finendo in terza fila e a preparare una gara decisamente in salita.
Il numero 46 non può rilassarsi, nonostante tutto. Alle sue spalle c’è Marquez, che ha tutta l’intenzione di attaccare senza esclusione di colpi. Detto che tra il 4° e l’ottavo posto c’è un distacco di soli 40 millesimi, anche Pedrosa e Iannone non saranno avversari da sottovalutare, soprattutto alla partenza. Il cannibale Valentino Rossi, in ogni caso, è tornato. In pole position.