Carlo Fiorito fa tremare Le Iene.

Vittime e non carnefici. In ogni caso, non è la prima volta che succede.

In passato anche l’inviato Matteo Viviani era stato oggetto di minacce di morte. A finire sotto accusa sono, in particolar modo, due inviati, vale a dire Luigi Pelazza e Mirko Canala. Su di loro, infatti, pende l’accusa di concorso in corruzione emanata dalla Procura di Napoli.

Sostanzialmente, l’avere promesso e dato denaro a un truffatore, non per beneficiarne, ma con l’unico intento di smascherarlo e denunciarne l’attività illegale, è bastato a configurare l’ipotesi di reato. La vicenda in questione risale ad un servizio andato in onda nel 2011, in cui i due denunciavano l’illecita compravendita di patenti nautiche all’ufficio Marittimo di Pozzuoli, in provincia di Napoli.

Protagonista della storia il titolare di una scuola guida, tale Carlo Fiorito, che chiedeva denaro per concedere licenze nautiche, a prescindere dal superamento dell’esame di guida. A tal proposito, Pelazza e Canala intavolarono una vera e propria trattativa con l’uomo che, dietro la promessa di denaro, fornì loro una falsa patente, fatta talmente bene da passare per originale e, successivamente, consegnata dagli inviati ai carabinieri.

Tutto ciò è bastato a configurare l’accusa ed il rinvio a giudizio per aver portato a compimento la truffa. E poco importa se il loro coinvolgimento è servito a denunciare l’attività illegale del titolare della scuola guida e funzionari pubblici corrotti: Pelazza e Canala saranno comunque processati. La coppia ha risposto in questi termini alle accuse: “Quando andremo dal giudice non diremo mai di non aver sbagliato.

Adesso sappiamo di aver sbagliato, ma non l’abbiamo fatto intenzionalmente. Quando in Capitaneria ci siamo accorti che la patente era clonata come vera, abbiamo semplicemente fornito un aiuto alle forze di polizia e alla cittadinanza. È paradossale che alla fine dobbiamo pagare noi. Se mi dovessero condannare, vorrei andare anch’io a Cesano Boscone, come Berlusconi“.