Il caso della scomparsa di Elena Ceste avvenuto a Costiglione d’Asti il 24 gennaio 2014 e il successivo ritrovamento del cadavere il 18 ottobre a poche miglia da casa, non ha ancora una verità accertata. Per l’omicido della Ceste e l’occultamento di cadavere è stato attualmente tratto in arresto il marito Michele Buoninconti, a tutt’oggi l’unico indagato sul quale si sarebbero incentrate tutte le indagini e tutte le supposizioni sul possibile omicidio, fin dall’inizio.

Ma un colpo di scena potrebbe dissipare definitivamente ogni certezza sui perchè della morte di Elena Ceste e scagionare il marito accusato.

La perizia della difesa infatti avrebbe dimostrato  che l’uomo non avrebbe avuto il tempo materiale per compiere l’omicidio della moglie, Elena Ceste, e nasconderne il cadavere a 800 metri di distanza . Infatti in base alla tesi sostenuta della Procura, l’imputato avrebbe dovuto compiere il delitto e nasconderne le prove in poco più di 15 minuti.

Questo sarebbe stata secondo la procura l’evoluzione dei fatti:  il marito avrebbe ucciso la moglie alle 8,45; successivamente alle 8,55 avrebbe condotto il corpo senza vita della moglie alle foci del fiume Rio Mersa; alle 8,57 avrebbe poi chiamato la famiglia Rava per chiedere notizie di Elena e infine alle 9 del mattino avrebbe spogliato la Ceste, per disfarsi del cadavere. Ma i tabulati telefonici riportano le chiamate effettuate dall’uomo alla moglie scomparsa alle ore 9,01 e alle 9,03. I tempi sarebbero troppo ristretti per dimostrare la tesi sostenuta dall’accusa. A questo punto l’intero impiato accusatorio viene rimesso in discussione. Si attendono sviluppi clamorosi nei prossimi giorni