Maestoso, imperioso. Si sprecano gli aggettivi per definire Leo Messi. Un asso a Barcellona, accostato, almeno nelle movenze, al vero e proprio Dio del calcio, vale a dire Diego Armando Maradona. Sangue argentino in comune. Il nuovo Messia, che vuol dire gloria, record, e applausi. La notte del Camp Nou e la sublime doppietta al Bayern Monaco del suo ex allenatore Pep Guardiola alla pulce.
Se il 2014 non è stato certo un anno da incorniciare per il fuoriclasse argentino, con la mancata vittoria del Mondiale in Brasile e la Liga sfumata, ieri sera sono bastati tre minuti per dar ragione a Pep Guardiola, che aveva sentenziato così prima del match: “Leo è il migliore al mondo, il talento non si può fermare”. Buon profeta. Non è solo l’idolo del giorno il fuoriclasse di Rosario. La sua bacheca è strabiliante: 400 gol all’attivo, quattro Palloni d’Oro, tre Champions, due Mondiali per club, sei Liga, più coppe varie. 46 reti in stagione, di cui 35 in Liga.
Basta scorrere altri numeri per capire di chi stiamo parlando: 283 gol in 312 partite di Liga, 407 in 476 match in totale con la maglia della sua squadra del cuore, mentre con l’Argentina lo score non è da meno, con 97 presenze e 45 reti. Con Messi presente sono arrivate 27 vittorie quest’anno per il Barça di Luis Enrique, nonostante gli screzi tra i due di inizio stagione. E anche nell’eterno duello con CR7 è di nuovo lui a spuntarla. Con la doppietta di ieri ha toccato quota 77 gol in Champions contro i 76 del portoghese, di due anni più vecchio. La stessa competizione che ha alzato per tre volte. Messi, per otto volte di fila, dal 2007 al 2014, è stato nominato per il Fifa World player e per sei volte inserito nella squadra dell’anno Uefa.
Ancora numeri: l’argentino è il calciatore che è andato a segno per il maggior numero di partite consecutive (19) in un campionato professionistico europeo. Detiene, inoltre, il record assoluto di reti in una stagione tra club e nazionale (82 nel 2011-2012) e in un anno solare (91 nel 2012), superando miti e primati che rispondevano ai nomi di Pelé (75 nel 1958) e Gerd Müller (85 nel 1972). È diventato anche il più prolifico goleador della storia della Liga: è accaduto esattamente nel novembre scorso, quando una sua tripletta ha annichilito il Siviglia.
Media gol da marziano: 0,88 gol a partita (33 gol all’anno nelle ultime sette stagioni). È il miglior marcatore della storia della Champions League, con 77 gol segnati in 93 presenze (media di 0,82 a partita). Queste performance vanno di pari passo anche col suo conto in banca, che solo nel 2014 ha visto entrate per 65 milioni di euro, tra ingaggio, premi vari e contratti pubblicitari. Incassa 1,25 milioni a settimana, oltre 178.000 euro al giorno. Insomma, senza limiti in campo e fuori. Messi bene. Semplicemente mostruoso.