Il Consiglio dei ministri ha approvato il 3 marzo il piano per la banda larga, che dovrebbe modernizzare e velocizzare la connessione internet degli italiani consentendo di potere scaricare grosse quantità di dati in minor tempo rispetto ai sistemi attuali.
Negli ultimi giorni il piano di modernizzazione previsto con l’avvio della banda larga è stato oggetto di una querelle tra la Cassa depositi e prestiti che dovrà finanziare l’opera e la Telecom, con il presidente Bassanini che ha aspramente criticato l’esiguità degli investimenti previsti dall’ex gestore monopolista (solo 500 milioni di euro) per portare la fibra ottica in 40 città italiane.
La risposta di Telecom alle accuse di Bassanini e alla pressante richiesta di risposte sulle intenzioni del gestore per avviare un serio piano di realizzazione della banda larga, è il patto commerciale con Fastweb che cercherà di rivitalizzare il cosiddetto “ultimo miglio” e cioè il collegamento della fibra direttamente all’abitazione dell’utente.
Tutto ciò sarà possibile mediante un nuovo adsl (Vdsl enhanced) attraverso la modalità Fiber to the cabinet) cioè fibra fino all’armadietto di strada, che se andrà in porto comunque renderà l’utente in grado di scaricare dati con una velocità massima di 100 megabit per secondo, a seconda dalla distanza dell’abitazione dall’armadietto di strada.
Una velocità molto più bassa di quella già ottenibile in paesi come Usa e Corea, dove la banda larga consente di scaricare dati alla velocità notevole di un gigabit al secondo (in pratica consente di scaricare film in pochi secondi) mentre con la tecnologia prevista dall’accordo tra Telecom e Fastweb, un film potrà essere scaricato in diversi minuti. Una soluzione dunque “al ribasso” che manterrà il nostro paese ancora lontano dalle evoluzioni tecnologiche nel campo della connettività già adottate dai paesi occidentali più all’avanguardia.