Il settimanale “Panorama” ha pubblicato una indagine illuminante sulle teorie dominanti seconde le quali il ruolo di donna come vittima dell’uomo carnefice nasce da uno stereotipo del tutto privo di fondamento. La ricerca che nasce con il  nome di “Indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile” condotto dalla psicologa forense Sara Pezzuolo “sfata” il mito della donna succube dei comportamenti violenti e prevaricatori dell’uomo, addirittura ribaltando i ruoli e le dinamiche.

“Dal questionario emerge come anche un soggetto di genere femminile sia in grado di mettere in atto una gamma estesa di violenze fisiche, sessuali e psicologiche – spiega la piscologa– che trasformano il soggetto di genere maschile in vittima”.

Secondo l’indagine condotta dalla Dottoressa Pezzuolo, la violenza fisica, sessuale e psicologica non è prerogativa del genere maschile, ma rappresenta una dinamica che prescinde dalla prestanza fisica o muscolare del soggetto che la pone in essere. L’utilizzo di armi impoprie, le percosse a mani nude  e ogni altro comportamento atto a ledere l’incolumità fisica della vittima spesso viene posto in essere proprio dai soggetti apparentemente più fragili
Lo studio è stato condotto attraverso interviste a persone con figli, ed avrebbe fatto emergere una capacità tipicamente femminile di strumentalizzare i figli nell’ambito delle crisi di coppia.

“E’ proprio la separazione e la cessazione della convivenza, specialmente in presenza di bambini a costituire un terreno particolarmente fertile per comportamenti che implicano una violenza psicologica”.

Dallo studio emergono dati eloquenti in termini di percentuale, che fotografano esattamente le vessazioni poste in essere dal “gentil sesso” al fine di ottenere scopi prefissati.
Il 68,4% delle donne sposate minaccia costantemente il compagno di chiedere la separazione, togliergli casa e risorse e di ridurlo in rovina;

il 58,2% lo minaccia di portargli via i figli mentre il 59,4% di ostacolare i contatti con il proprio figlio. Il 43,8% delle donne addirittura minaccia il compagno di impedirgli definitivamente ogni contatto con i figli.

Una violenza psicologica che in molti casi si traduce nell’allontanamento dei figli dal padre e dalla parentela paterna: “La violenza psicologica- spiega la psicologa – si estende spesso all’interno ambito parentale paterno. La minaccia implica pertanto che i figli non potranno avere più alcun contatto non solo col padre, ma nemmeno con nonni, zii, cugini”.

Anche la procreazione coartata sarebbe un’altra delle strategie poste in essere dal “gentil sesso” per mettere il compagno di fronte al fatto compiuto, nell’ambito di un rapporto ancora non consolidato, spesso attraverso “strategie ingannevoli, mentendo sulla sua fertilità e/o sull’uso di anticoncezionali, per poi chiedergli di “assumersi le proprie responsabilità”.

Altro fenomeno tipicamente di provenienza femminile che è emerso dall’indagine condotta dalla Psicologa Pezzuolo è quello relativo alle false accuse o denunce create ad arte come strumento di “vendetta” nell’ambito di separazioni, cessazioni di convivenza e divorzi. Addirittura questo dato emergerebbe nel 50% dei casi trattati (512 su 1058) !!