L’avvento della crisi che ha colpito in modo evidente soprattutto i consumi ha mietuto vittime soprattutto nel settore del commercio al dettaglio e le piccole realtà locali del settore alimentare (supermarket, salumerie e drogherie). Ma a quanto pare anche la grandissima distribuzione non è rimasta immune alla “mannaia” della crescente riduzione dei consumi. Secondo quanto pubblicato dal “Sole 24 ore” la catena della grande distribuzione che fa capo al gruppo francese “Auchan” avrebbe avviato procedure di mobilità per 1500 addetti.
L’azienda, che oggi occupa più di 11 mila persone in tutta la penisola italiana, distribuiti su 51 punti vendita dislocati sul territorio, secondo i sindacati, avrebbe operato tagli per almeno 50 milioni di euro. Per questo motivo i sindacati hanno proclamato, per il 9 maggio, una giornata di sciopero in tutta Italia con pacchetti di 8 ore per ogni punto vendita.
Solo in Sicilia, Auchan impiega quasi 1.200 dipendenti, con tagli di personale che si stimano attorno alle 250 unità. Sui tagli imposti da Auchan è intervenuta la segretaria regionale della Uiltucs, Marianna Flauto, la quale ha attribuito la crisi del gruppo francese a “politiche aziendali sbagliate” che adesso potrebbero ritorcersi contro i dipendenti. “Tra le ragioni dei licenziamenti, la società indica pratiche di concorrenza sleale, soprattutto al Sud, dove nella grande distribuzione molti operatori economici non applicano i contratti collettivi di categoria nazionale – ha dichiarato la segretaria di Uiltucs – oppure applicano i contratti part-time mentre il personale lavora full time. Se il mercato è drogato, devono essere potenziati i controlli, non possono essere i lavoratori a farne le spese”.
Secondo le ultime stime dal 2009 al 2013 il gruppo Auchan avrebbe perso l’8% del fatturato, ma anche altre catene, come Carrefour, Coop, Billa e Lombardini, hanno dovuto procedere a ristrutturazioni o addirittura cedere l’attività.