Anche un colosso del web come Google dà il suo contributo per aiutare le vittime del terremoto di pochi giorni fa che ha devastato il Nepal. A suo modo. Lo fa attraverso un’applicazione. Semplice da utilizzare. Si chiama Person Finder. Si tratta di un servizio online progettato espressamente per aiutare le popolazioni in situazioni di crisi come questa.
Con le comunicazioni saltate a causa del sisma, gli edifici rasi al suolo e più di 3.200 vittime accertate, Person Finder offre e raccoglie informazioni dagli operatori che fronteggiano la situazione critica sul posto e permette ai singoli privati di immettere nel sistema dettagli sui parenti dispersi o ritrovati, facilitando in questo modo il ricongiungimento familiare. Da ciò ne deriva un vero e proprio database di ricerca caricato online. Google e i suoi ingegneri hanno cominciato a sviluppare questo programma a partire dal 2005, quando esplose l’uragano Katrina negli Usa.
Person Finder è stato lanciato per la prima volta nel 2010, in occasione del terremoto di Haiti che aveva fatto più di 100.000 morti.
Da allora è stato attivato in tutti i casi di emergenze straordinarie, dal terremoto-tsunami in Giappone nel 2011 fino all’attentato alla maratona di Boston nel 2013. Come funziona: gli utenti privati possono sia caricare informazioni che riguardano una persona dispersa, che effettuare la ricerca nominativa, mentre al personale delle squadre di emergenza e alle organizzazioni di gestione della crisi viene data la possibilità di caricare i loro database proprietari, utilizzando quella che i programmatori chiamano una chiave API, Application Programming Interface, essenzialmente un codice per garantire che solo gruppi di utenti accreditati possano accedere e inviare informazioni al database online. La solidarietà di Google. Al servizio della comunità.