Il previsto taglio per 2,3 miliardi contenuto nel Def, rischia di diventare un boomerang nel rapporto tra medici e pazienti, a causa di un emendamento in via di approvazione che sancirebbe la responsabilità patrimoniale dei medici nel caso di prescrizione di esami inutili. Il provvedimento mirerebbe a combattere il fenomeno della “sopradiagnosi” che comporterebbe spese superflue per il sistema sanitario. Il provvedimento è stato fortemente osteggiato dal sindacato dei medici che hanno espresso la propria profonda preoccupazione per un azione selvaggia ed invadente da parte del governo mirata a “scaricare sui pazienti i costi degli sprechi della politica”.
Sul tema è intervenuto Costantino Troise, segretario nazionale Anaao (Associazione medici dirigenti), il quale senza giri di parole ha attaccato la politica delle Regioni “mirata solo a fare cassa e scaricare su pazienti e medici gli sprechi e i costi della loro politica che restano sempre intatti. Noi – conclude – siamo solo capri espiatori”.
Giacomo Milillo della Fimmg (Federazione medici di famiglia) ha criticato la politica del governo incapace di riformare il sistema sanitario in modo sostenibile, curandosi soltanto di puri “aspetti ragionieristici”.
Anche la Fimp (Federazione medici pediatri) ha criticato l’ipotesi di far pesare sulle tasche dei medici visite e analisi “inappropriate” che metterebbe in discussione “l’assistenza ai pazienti che si basa sulla prevenzione e l’educazione sanitaria, oltre che su diagnosi e cura”.
Questo è solo il primo round di un confronto fra associazioni mediche e governo che si annuncia quantomai duro in ordine ai tagli alla sanità che rischiano di minare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, oltre al rischio reale di un sistema sanitario molto più oneroso per i cittadini.