Un processo che ha tenuto col fiato sospeso troppe persone, si è concluso proprio ieri sera il processo Kercher che ha deciso il destino di due ragazzi Amanda e Raffaele, un processo che ha fatto eco in tutto il mondo ma che ha anche messo in evidenza i grossi buchi della giustizia italiana.
Cinque i gradi di giudizio e otto gli anni di indagini, Amanda e Raffaele prima condannati ma ora assolti definitivamente per l’omicidio di Meredith Kercher, entrambi i ragazzi si sono sentiti sollevati e grati alla giustizia italiana, pronti a riappropriarsi della propria vita.
Ma questo processo ha dimostrato anche al mondo intero le contraddizioni della giustizia italiana, per il Guardian: “la famiglia Kercher dopo il verdetto deve ora ingoiare una pillola molto amara”, visto che, “dopo sette anni di giravolte, cambi di direzione e nuovi processi, questa non è affatto la conclusione che la famiglia Kercher avrebbe mai potuto desiderare”.
Ruolo decisivo per che ha guidato all’assoluzione dei sospettati i dubbi sulla validità dei test del dna eseguiti durante le indagini, un tono dimessi anche per l’avvocato Francesco Maresca difensore della famiglia Kercher: “E’ una verità difficile da digerire per la famiglia, per noi che l’abbiamo difesa e per i giudici che hanno emesso i verdetti di condanna”.