Franck Ribery e la Francia. Un rapporto alquanto controverso ed incrinatosi ulteriormente prima, durante e dopo il Mondiale, che, per la cronaca, ha dovuto saltare per problemi fisici. Fatale fu quel fastidio alla schiena a ridosso della manifestazione continentale, che la Nazionale francese non consentì di farsi curare.
Più odio che amore. A tal punto da spingere il francese a chiedere la cittadinanza tedesca. Ebbene sì. Storie di un mondo sempre più globalizzato ed in perenne conflitto. Musi duri che si trasportano anche a livello calcistico. E così l’attuale attaccante del Bayern Monaco attacca la sua nazione originaria con parole pesanti e rinneganti. Lo ha fatto ai microfoni del giornale tedesco Bild. Di seguito ve le riproponiamo: “Con la Francia ho chiuso. Voglio prendere la cittadinanza tedesca. “Sono deluso. Sono davvero deluso per quello che è successo prima dei Mondiali. Per due anni ho fatto di tutto per arrivare in Brasile. Nelle qualificazioni ero quello con più gol e più assist (5 centri, ndr). La Francia era in Brasile grazie a me. Ma tutto questo è già passato.
Credo che resterò a Monaco anche al termine della carriera. Lo faccio per la mia famiglia. Viviamo e condividiamo la mentalità tedesca. I miei figli vanno bene a scuola e hanno amici qui, mia figlia Hiziya mi prende in giro per il mio tedesco. Mio figlio Saif è nato qua, potrebbe perfino giocare per la Nazionale tedesca. Sinceramente me lo auguro, a questo punto. Mi alleno con lui tutti i giorni in giardino, ha un sinistro fantastico, come quello di Robben, per questo forse voglio così bene ad Arjen. In Francia hanno scritto che io guadagno circa 14,8 milioni l’anno, ma sono solo stupidaggini, idiozie. Il fatto che guadagni tanto è vero, ma mi dà fastidio che la gente pensi “Ribery ha un nome, non ha problemi ad avere qualche milioncino in più”. In realtà non è mai stato facile. Io ho lottato per arrivare così in alto. Sono partito dal basso. E non è nemmeno facile restarci lì in alto. Ogni giorno ti devi impegnare al massimo come professionista. Solo la mia famiglia sa quanto mi impegno e quanto è faticoso”.