A mali estremi, estremi rimedi. Il governo greco di Alexis Tsipras ha deciso di porre fine alla scia di violenze riconducibili nel territorio al mondo del pallone. Risultato: sospensione del campionato di calcio in Grecia, in via ufficiale.

Gli scontri che hanno coinvolto i tifosi di Panathinaikos ed Olympiakos, le due squadre di calcio più rappresentative della Grecia, prima, durante e dopo il match disputato domenica, sono stati la classica goccia che ha fatto traboccare il caso. In sostanza, Tsipras afferma ciò: “Non ci sono le condizioni di sicurezza per poter andare avanti”.

C’erano già stati dei precedenti in questa direzione: a settembre ci fu la morte di un tifoso negli scontri che coinvolsero gli ultras dell’Ethnikos Pireo e quelli dell’Irodotos, in relazione alla quale si era deciso di sospendere i campionati temporaneamente. L’altro stop si riconduce, invece, al mese di novembre e, nella fattispecie, all’aggressione subìta da un dirigente della commissione arbitrale.