Google celebra oggi, attraverso il Doodle odierno, Alessandro Volta, inventore della pila. Un omaggio a un grande fisico che ha rivoluzionato il mondo scientifico con la propria invenzione.
Volta, infatti, p uno dei fisici più famosi e illustri della storia italiana: fu in grado di inventare e perfezionare, nel corso del tempo, la pila elettrochimica. Non solo: Volta si dedicò anche allo studio delle caratteristiche del metano, uno dei gas maggiormente utilizzati ancora oggi per diversi usi. Egli si concentrò sullo studio dei fenomeni elettrici e dal suo cognome, Volta, è derivata l’unità di misura Volt (V).
Il fisico naque a Como il 18 febbraio del 1745 in una famiglia altolocata: da ragazzo, iniziò a frequentare la scuola dei Gesuiti di Como e nel 1761 inizò a studiare materie scientifiche, soddisfando i propri interessi in materia. Ad Alessandro Volta fu messo a disposizione il gabinetto di scienze naturali del Regio Seminario Benzi di Como, dove era precedentemente entrato, dove condusse molteplici esperimenti, andando contro la volontà dei propri genitori che volevano che divetansse un prete.
L’ELETTROFARO E L’INVENZIONE DELLA PIL
Presso le Regie Scuole di Como, nel 1775 mise a punto la sua prima invenzione di spessore: l’elettroforo perpetuo, costituito da un disco con un manico perpendicolare per impugnarlo, come un batticarne, ed era utilizzato insieme a una superficie isolante e a un panno di lana per ottenere una carica elettrica da usare in particolari esperimenti. Per questi studi, Volta ottenne la nomina a professore di fisica sperimentale alle scuole di Como.
Di seguito, ottenne una cattedra presso l’Università di Pavia nel 1778 e, negli anni immediatamente successivi, inventò il condensatore, utile per accumulare energia elettrica, al suo interno, tenendo separate cariche elettrostatiche. Tra il 1799 e il 1800 Alessandro Volta realizzò la pila. Questa invenzione, che impiegò anni prima di venire alla luce, metteva in iscussione il pensiero di un altro studioso italiano, Luigi Galvani.
Quest’ultimo, infatti, sosteneva che gli animali fossero attraversati da un “fluido elettrico” e che questa elettricità “intrinseca” fosse prodotta dal cervello, per poi essere condotta dai nervi ai muscoli dove veniva immagazzinata. Tale teoria era emersa in seguito a vari esperimenti effettuati su delle rane. In realtà, Volta contestò tale ipotesi, affermando che la rana non potesse essere la causa diretta del passaggio di corrente, notando come il movimento della rana fosse molto più accentuato quando per l’esperimento venivano usati metalli diversi tra loro.
Ecco la prima verasione della pila, composta da una colonna di dischi di zinco, alternati a dischi di rame e con un cartone imbevuto di acqua salata, nello strato intermedio.