Arrivano importanti novità in campo medico e, in particolare, per la cura del cancro, un terribile male che, ogni anno, miete tantissime vittime nella popolazione mondiale. Oggi, infatti, si sta iniziando a parlare di terapia genica.

La terapia genica è stata introdotta, in campo medico, per la prima volta, nel lontano 1995, anno nel quale diversi ragazzi, dai 18 ai 28 anni, furono trattati con questo metodo terapeutico che, non solo sarebbe fondamentale per la cura di mali come il cancro, ma anche per tratare gravi infezioni come l’AIDS.

La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, condotta dal gruppo di Alessandro Aiuti dell’Istituto San Raffaele Telethon di Milano. Gli studiosi Luca Biasco e Serena Scala, insieme ad Aiuti, ha analizzato le cellule dei pazienti sottoposto alla terapia genica: i soggetti erano italiani e nati con la sindrome di Ada-Scid, un errore genetico che neutralizza le difese immunitarie.

TERAPIA GENICA, I RISULTATI DELLO STUDIO

Quei ragazzi, sottoposti alla cura, ora sono cresciuti. Al tempo, il gene difettoso fu sostituito con il gene sano, introdotto nelle cellule immunitarie da un virus inoffensivo. Oggi, nel sangue di questi ragazzi, sono ancora presenti le cellule immunitarie un tempo modificate per via genetica, capaci di riconoscere i nemici dell’organismo.

Secondo quanto dichiarato da Aiuti, “Abbiamo seguito nel tempo queste cellule e, adesso, sappiamo che possono essere modificate per attaccare i tumori. Possono cioè dare una risposta immediata, come è stato dimostrato, e possono darla per molti anni. Vale a dire che permettono di controllare la malattia ed eventuali recidive”. Il dottore, inoltre, aggiunge che ”la terapia genica è stata migliorata e adesso si sta ulteriormente raffinando”. 

Ad avvalorare le parole di Aiuti, c’è la collega Chiara Bonini, del San Raffaele, la quale afferma, appunto, che con questa terapia già si stanno ottenendo risultati incredibili: ‘‘Negli Stati Uniti sono cominciati i test sull’uomo contro alcune forme di leucemie e linfomi e si stanno avendo risposte bellissime’‘, modificando, in pratica, i linfociti T dotati di memoria con geni che li mettono in grado di individuare le cellule tumorali come fossero anticorpi.