La Corte dei Conti lancia il suo monito sull’evasione fiscale, le attuali misure previste e messo in atto dal Governo non sono sufficienti soprattutto come capacità di convincere gli italiani a compiere il proprio dovere di contribuenti.
La lotta all’evasione non funziona, monito della Corte dei Conti. E’ uno scenario desolante quello che emerge dall’analisi dei dati presentati dalla Corte. I controlli del Fisco vanno ad influenzare i comportamenti di famiglie e di imprese. La possibilità di essere controllati dal Fisco equivale, di media, ad un controllo fiscale ogni 33 anni per imprese e professionisti, ci sono poi le sanzioni che sono sempre esigue e che quasi mai entrano nel penale.
I dati della Corte dei Conti mostrano inoltre come l’81% dell’Irpef incassata dallo Stato venga da lavoratori dipendenti e pensionati, in pratica contribuenti il cui reddito è quasi per la maggiorparte controllato alla fonte. Alla luce di questi scenari appare evidente, conclude la relazione che accompagna lo studio della Corte dei Conti, un indispensabile ricorso alle tecnologie informatiche per incrociare diversi dati e andare a colpire con maggiore efficacia l’evasione e l’elusione fiscale. In questa direzione vanno alcune norme previste dalla Legge di Stabilità, norme che attribuiscono maggiori poteri di controllo anche bancario all’Agenzia delle entrate.