Coraggio» e «chiarezza» contro la pedofilia. Papa Francesco, al Regina Coeli di ieri, ha ricordato la «Giornata dei bambini vittime della violenza» organizzata dall’associazione Meter di don Fortunato Di Noto, «questo mi offre l’occasione per rivolgere il mio pensiero a quanti hanno sofferto e soffrono a causa di abusi» ha esordito. Prima di scandire: «Vorrei assicurare loro che sono presenti nella mia preghiera, ma anche dire con forza che tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata».
Il pontefice parla a centomila fedeli, una distesa di ombrelli che da piazza San Pietro trabocca lungo tutta via della Conciliazione. La mattina ha celebrato una messa per le confraternite in omaggio alla «pietà popolare », la folla è quella ormai abituale la domenica e i mercoledì di udienza, c’è gente che arriva da tutto il mondo. Tanto che Francesco, come fece quando uscì da Porta Sant’Anna dopo aver celebrato messa nella parrocchia vaticana, si spinge per la prima volta con l’auto oltre il confine del piccolo Stato e fino a via della Conciliazione a salutare le persone più distanti. Scene che si ripetono: i genitori che porgono i bambini, l’abbraccio ai disabili, fedeli che scoppiano un lacrime.
Una signora in carrozzina è così emozionata da lasciar cadere la borsetta e il Papa si china a raccoglierla. Quando si rivolge ai fedeli dopo il Regina Coeli—la preghiera che da Pasqua a Pentecoste sostituisce l’Angelus — le sue parole sono le prime che il Papa pronuncia in pubblico sui crimini pedofili. Del resto Francesco aveva già garantito di voler proseguire la linea di intransigenza di Ratzinger, trasparenza e regole più severe. Un mese fa, una nota della Congregazione per la dottrina della Fede informava che Gerhard Ludwig Müller, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, era stato ricevuto in udienza e che Bergoglio aveva «raccomandato in particolar modo che la Congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali».
E questo «promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l’aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l’impegno delle Conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità». Il riferimento alle «linee guida » antipedofilia chieste agli episcopati nazionali riguarda pure la Cei, che l’anno scorso presentò un testo giudicato (ufficiosamente) debole e che probabilmente il Vaticano farà correggere: manca l’obbligo di denuncia e si parla di «cooperazione del vescovo con le autorità civili» solo nel caso in cui siano già «in atto indagini o sia aperto un procedimento penale», mentre i vescovi «sono esonerati dall’obbligo di deporre o di esibire documenti» su quanto conosciuto «in ragione del loro ministero».
Molti vescovi negli ultimi anni sono stati cacciati. Il cardinale scozzese Keith O’Brien ha ammesso abusi su seminaristi ed è stato convinto a rinunciare al conclave. La stampa britannica ha scritto che il Vaticano avrebbe «ordinato» al cardinale in pensione di lasciare il Paese, Oltretevere non si conferma. È però probabile gli abbiano «suggerito » una vita ritirata.