«La morte di Raffaele deve pesare sulle coscienze di tutti. Non è possibile portare i disabili gravi a manifestare per chiedere quello che dovrebbe essere un diritto: l’assistenza domiciliare per i malati. Questa morte ce l’hanno sulla coscienza il governo precedente e quello attuale, che ci hanno costretto a fare nove presidi in un anno e mezzo». Sono parole dure quelle usate da Mariangela Lamanna, vicepresidente del Comitato 16 novembre Onlus, dopo la morte di Raffaele Pennacchio, il medico di 55 anni malato di Sla morto dopo due giorni di presidio a Roma dove chiedeva più fondi per l’assistenza domiciliare dei disabili gravissimi. L’uomo si è sentito male, mercoledì sera nella camera dell’hotel romano dove alloggiava. «Mi aveva detto che andava in albergo per riposare perché era molto stanco— ha spiegato la moglie Michela, che ha raggiunto la Capitale da Macerata Campania (Caserta), dove risiede — poi mi hanno chiamato per dirmi che la situazione era precipitata. Mio marito è morto per un problema cardiaco legato allo stress del sitin ». Mercoledì l’incontro con i rappresentanti dell’Esecutivo (i sottosegretari alla Salute Paolo Fadda e all’Economia Pier Paolo Baretta, e la viceministro per il Lavoro e le Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra) si era, alla fine concluso positivamente. Con la promessa del governo di aumentare il fondo per la non autosufficienza. Le fasi Il Comitato 16 novembre, del cui direttivo Pennacchio faceva parte, aveva indetto nuovamente questa forma estrema di protesta dopo l’altro presidio sempre sotto il ministero dell’Economia, del 12 giugno scorso. Anche in quell’occasione il governo si era impegnato a sbloccare in parte il fondo per la non autosufficienza e a garantire la ripartizione regionale delle risorse attraverso la quale sarebbe stata garantita alle famiglie la possibilità di assistere i propri malati in casa. Ma alle parole non erano seguiti i fatti e il Comitato aveva annunciato un a protesta, ad oltranza, sotto il ministero con tanto di sciopero della fame e della sete di alcuni malati. Il segretario della Onlus, Salvatore Usala, anche lui malato di Sla, aveva scritto una lettera a Papa Francesco chiedendo sostegno alle iniziative del Comitato. Il sottosegretario Baretta, a nome del governo, si è detto addolorato per la scomparsa di Pennacchio, «che abbiamo avuto modo di apprezzare per la determinazione e l’impegno». Il politico ha invitato però a «non strumentalizzare questo dramma».