Vola Telecom In Borsa. Il titolo reagisce alla bocciatura di Moody’s nel modo più inatteso. In corsa fin dal primo mattino al punto da essere sospesa perché correva troppo. Nel pomeriggio un’altra spinta del 6,24% a 0,655 euro. Boom di scambi: sono passati di mano quasi 297 milioni di azioni, corrispondenti al 2,2% del capitale, contro una media giornaliera delle ultime trenta seduta di circa 221 milioni di pezzi. La Borsa ha letto i dubbi di Moody’s non come un intervento a gamba tesa ma come un traversone che aspetta solo l’appuntamento con il gol. È convinzione diffusa che a questo punto la società darà un colpo d’acceleratore sul programma di dismissioni. In testa alla lista Tim Brasil. Ieri sera circolava con insistenza l’indiscrezione secondo cui Telecom potrebbe incassare almeno 10 miliardi di euro (rispetto agli 8 calcolati dagli analisti) per la sua quota nella filiale sudamericana. In sintesi: per il mercato la partita non è ancora chiusa nonostante l’accordo Telco-Telefonica. Anzi, gli investitori, innanzitutto quelli esteri, scommettono su imminenti cambiamenti. Intanto la Consob è al lavoro sue due fronti. Da una parte il consueto monitoraggio del titolo, dall’altra le verifiche sull’operazione che ha portato Telefonica a salire in Telco, la holding che detiene il 22,4% dell’ex monopolista. Nei giorni scorsi, secondo quanto risulta a Radiocor, negli uffici della Commissione si è tenuta un’audizione con i manager spagnoli per avere delucidazioni sull’accordo. Una delle questioni da chiarire, come annunciato dallo stesso presidente della Consob, Giuseppe Vegas, è il motivo per cui il prezzo pagato da Telefonica ai soci italiani è pari a 1,1 euro: «Un valore quasi doppio rispetto alla quotazione di Borsa». Significa che «incorpora un sovrapprezzo » e «sembra ragionevole pensare che dietro potrebbe esserci l’acquisizione del controllo», aveva dichiarato Vegas. Il mercato, dal canto suo, deve sciogliere un dubbio: escluso l’aumento di capitale e incassato il primo downgrade, come farà Telecom a evitare il secondo declassamento, già prospettato da Standard & Poor’s? E Fitch che posizione prenderà? Nel comunicato diffuso il 2 agosto, su richiesta Consob, Telecom aveva spiegato che i contratti relativi ai finanziamenti accesi con la Bei per 3,35 miliardi di euro (scesi oggi a 2,95) contengono una clausola in base alla quale, nel caso del downgrade da parte di Moody’s, S&P e Fitch, la Bei «avrà il diritto di richiedere garanzie aggiuntive e, in caso di inadempimento, potrà esigere il rimborso immediato». Considerando che la vendita del Brasile è stata smentita oggi, la situazione resta aperta.