Stretta sul tabacco, ma senza troppi estremismi. Nel testo approvato ieri dal Parlamento europeo e che ora con successive modifiche dovrà andare al vaglio del Consiglio e della Commissione, si impone ai produttori di estendere al 65% della superficie del pacchetto le avvertenze sanitarie con tanto di immagini choc che resteranno sulla parte più bassa per consentire di applicare il bollo fiscale sulla parte alta della confezione. Non ci sarà il bando delle slim, ma solo dei mini pacchetti (quelli che ricordano i rossetti) dove non c’è spazio per le avvertenze sanitarie. La sigaretta elettronica non dovrà essere venduta in farmacia, sarà vietata ai minori di 18 anni e dovrà avere avvertimenti per la salute. Come fosse un derivato del tabacco. Mentre è passato il divieto del mentolo o di altri aromi alla frutta, ma con una deroga di otto anni. In sostanza le norme appaiono dirette a tenere lontani i più giovani dal fumo e non tanto a vietare tabacco e derivati. Una sterzata (rispetto al testo originario sostenuto dai socialisti e dalla relatrice Linda McAvan) ben accolto dalla filiera italiana che rischiava di essere penalizzata. «Era fondamentale trovare un punto di equilibrio tra norme volte a tutelare il diritto alla salute e allo stesso tempo preservare la filiera del tabacco, comparto importante dell’economia europea», ha detto il vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli. «Vale la pena precisare», ha aggiunto, «che l’obiettivo della direttiva non è vietare l’uso del tabacco. Pertanto, occorre tenere in considerazione i legittimi diritti della filiera del tabacco, che vede coinvolti solo in Italia oltre 200.000 operatori, dalla produzione agricola, alla manifattura, al commercio al dettaglio». Ovviamente le varie diplomazie tengono a precisare quello che ha sintetizzato il commissario alla Salute Tonio Borg: «Non siamo arrivati alla fine della strada ma questo ci permette di avviare un negoziato e un impegno con il Consiglio per arrivare a un accordo significativo sul provvedimento ». Ovvero una legislazione sul tabacco che ponga l’Unione europea all’avanguardia sul palcoscenico internazionale. Dunque, prima che il testo diventi legge deve percorre ancora molta strada. Ma i produttori italiani (il nostro Paese è anche il primo esportatore di prodotto grezzo) possono tirare un sospiro di sollievo. «Con il voto di ieri, il Parlamento europeo ha approvato degli emendamenti che sicuramente migliorano il testo di partenza della direttiva sul tabacco. In particolare sono stati superati provvedimenti ideologici come il ricorso al pacchetto generico, che avrebbe favorito il mercato illecito del contrabbando e della contraffazione, senza portare beneficio alcuno alla salute dei cittadini e con pesanti ricadute su tutta la filiera agroindustriale in termini economici e occupazionali » spiega in una nota la Confederazione Italiana degli Agricoltori. «Ora auspichiamo che, nel trilogo finale, venga chiarito anche il delicato nodo dell’utilizzo degli ingredienti». Insomma, si spera che anche per i consumatori di tabacco venga esteso il concetto di etichetta e tracciabilità completa della filiera. L’industria italiana ne avrebbe sicuramente un beneficio e l’Europa potrebbe vantare una legge all’avanguardia.