Si apre oggi la prima parte della battaglia sul fumo. In ballo c’è la nuova norma, voluta soprattutto dai socialisti europei, che vorrebbe imporre tre drastiche novità. La prima vedrebbe l’obbligo di inserire sul 75% della superficie del pacchetto le avvertenze sanitarie, cioè le immagini choc di tumori e malattie. La seconda l’abolizione dei pacchetti slim e da 10 sigarette. Infine, l’abolizione del mentolo e degli altri aromi alla frutta. L’Eurocamera è di fatto separata in due schieramenti. Socialisti, da un lato, e popolari e liberali dall’altro. I secondi più attenti alla filiera che – dalla produzione agricola alla distribuzione – nella sola Italia conta 200mila persone, i primi invece schierati sulla linea di scoraggiare il più possibile il vizio che – secondo i dati della Commissione europea – è «la prima delle cause di rischio evitabile per la salute ». Stando ai numeri del Censis, gli italiani non sarebbero d’accordo con la linea socialista. L’80,3% della popolazione pensa che l’introduzione dei pacchetti generici, del tutto simili tra loro per forma, colori e dimensioni, sarebbe poco o per nulla efficace. Il 75,6% la pensa allo stesso modo sull’abolizione dei pacchetti da dieci sigarette. Il 74,8% ritiene che vietare le slim, le sigarette più sottili, non funzionerebbe. Parte dell’Europa giustamente vorrebbe tenere i giovani più lontani dalle sigarette e dai derivati del tabacco. Il rischio però sta nello stimolare il contrabbando che invece ha più appeal sui giovani e sui giovanissimi. Secondo i dati della Guardia di finanza, nell’ultimo anno sono stati sequestrati 294.323 chilogrammi di tabacchi lavorati esteri, il 22,6% in più rispetto all’anno precedente. E alle dogane sono stati fermati oltre 12 milioni di pacchetti di sigarette di contrabbando, con un incremento di circa il 30% rispetto al 2011. La conferma della crescita del mercato interno del contrabbando viene dal fatto che circa il 35% dei pacchetti sequestrati (oltre 4,3 milioni) ha come mercato di destinazione finale l’Italia. Susy De Martini, del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei si dice contraria alla revisione della direttiva: «Come medico sono fermamente contraria perché non credo che i nuovi provvedimenti possano veramente salvaguardare la salute delle persone e dissuadere i giovani dal cominciare a fumare. Inoltre la direttiva, eliminando dal mercato legale intere categorie di prodotti quali le sigarette slim e quelle al mentolo, andrebbe anche ad alimentare il mercato del contrabbando ». Che colpirebbe la salute di tutti gli europei e le tasche degli italiani in particolare. Il nostro Paese è infatti il primo produttore ed esportatore europeo di tabacco grezzo con una filiera da 200 mila addetti e un gettito assicurato al fisco di 14,2 miliardi di euro. Come andrà a finire? Difficile prevederlo. Se votassero compatti tutti i socialisti, potrebbero anche passare in toto le nuove norme. Con una mediazione – spinta dal PPE e da alcune nazioni come Repubblica Ceca, Polonia e Grecia – la superficie di avvertenze sanitarie potrebbe scendere al 65%, il divieto sul mentolo potrebbe andare in deroga ed essere previsto fra cinque anni e le slim resterebbero sui banchi dei tabaccai. Ma è una partita molto fluida.