«La fama di Costanzo è strettamente legata a una cura estrema della professionalità, che lo ha visto misurarsi anche con l’insegnamento universitario. Per lunghi anni, Costanzo è stato docente incaricato di Teoria e tecnica del linguaggio radio-televisivo presso la facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza, la prima facoltà pubblica nata in Italia». Così il sito web della Sapienza di Roma comunica ai propri studenti la decisione di riportare Maurizio Costanzo tra le proprie mura. Non per l’anno accademico ormai alle porte, bensì per un evento particolare e, certamente, di breve durata. Il conduttore televisivo, insignito del Premio Gensini alla Carriera – Edizione 2013, lo scorso 27 Settembre è stato ospite del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza per un incontro che, oltre all’assegnazione del riconoscimento, attribuito quest’anno dal Photo festival di Nettuno insieme al dipartimento CoRiS, ha riunito studenti ed ex studenti, docenti e colleghi di Costanzo. Con l’intervento e la partecipazione di tanti nomi, tra cui quello di Luigi Frati, rettore della Sapienza, l’incontro è andato avanti in maniera impeccabile, talmente impeccabile che Costanzo si è commosso, arrivando persino a fantasticare su un suo possibile ritorno in cattedra. «Bypassando il ministro Gelmini», ha scherzato il presentatore, «che ha fatto una riforma che “te la raccomando”in cui ha tolto i professori a contratto, senza spiegarne mai il motivo, vogliamo inventarci un modo in cui io possa tornare a fare lezione e come ha giustamente detto il professor Morcellini “a fare una flebo di emozioni”. Quello per me è un premio alla carriera». Nonostante la carriera più che brillante, iniziata nel 1956 quando, con soli 18 anni sulle spalle e la testa piena dei sogni tipici dell’età, ha rischiato tutto pur di diventare giornalista – riuscendoci -, Costanzo non dimentica i tempi in cui è stato professore. Una laurea lui non l’ha mai presa (« Mi sono diplomato soltanto, e invece di andare all’Università mi misi a fare il giornalista a Paese Sera. Ero volontario, come si diceva allora. Cioè lavoravo e non pigliavo una lira »), ma questo non gli ha impedito di insegnare alla Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza. A testimonianza del fatto che è sempre «meglio una testa ben costruita che una testa piena di nozioni », il successo dei suoi corsi è stato tale che per l’anno accademico 2008-2009 si è deciso di affidargli il corso di Teorie e applicazioni del linguaggio televisivo, nonchè il Laboratorio (erede di quello che un tempo si chiamava «seminario») sui formati e i generi televisivi. A suggellare il sodalizio tra Costanzo e il mondo universitario è poi arrivata nel 2009 la laurea honoris causa in Giornalismo, conferitagli dallo Iulm di Milano. A quattro anni di distanza da quel momento, l’ennesimo titolo. Con il riconoscimento alla Carriera si è voluto celebrare l’Uomo e il Professionista, che ha saputo lasciare una traccia indelebile nel mondo della Comunicazione e nel cuore dei suoi studenti. Una traccia destinata a rimanere impressa a fuoco nelle vite di tutti, anche degli studenti, ai quali il Rettore Frati ha promesso di aggirare l’ostacolo che si è creato con la riforma Gelmini, inventando un ciclo seminariale di dodici incontri ad hoc, così da permettere alla Sapienza di non perdere una risorsa umana e culturale dello spessore di Costanzo. Volto imprescindibile della televisione italiana, voce storica della radio nazionale, il papà del talk show è anche un uomo particolarmente sensibile e attento al mondo che lo circonda, aspetto questo ricordato nel corso della serata da Adriano Aragozzini che, con un filo di voce, ha rievocato la battaglia con cui Costanzo è riuscito a far avere una laurea alla memoria alla giovane figlia tragicamente scomparsa, Gigliola Aragozzini.