Quasi trenta milioni di euro in due anni per l’«acquisto» del pacchetto «Maurizio Crozza» da parte della Rai. Molti di più, evidentemente, di quei 4-5 milioni di cui si parlava nelle settimane scorse, cifra che ha spinto Renato Brunetta presentare un’interrogazione al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Roberto Fico, per fare chiarezza sul presunto spreco di denaro pubblico. Secondo una dettagliata ricostruzione del Fatto Quotidiano la Rai e Beppe Caschetto, manager di Crozza (e anche di Fazio, Luca e Paolo, Bignardi, Marcuzzi e altri purosangue) sarebbero alle fase finali della trattativa che vedrebbe l’agente in una posizione di forza: nel pacchetto ci sarebbe addirittura la produzione «chiavi in mano » della trasmissione in un momento in cui la Rai si era impegnata a limitare gli appalti esterni. Crozza, ancora sotto contratto con La7, mattatore della copertina di Ballarò, sarebbe «libero» di passare alla tv di Stato a partire da dicembre. Da ambienti Rai si apprende però che le cifre non corrispondono a realtà. Numeri che non esistono, è la replica. Ieri, a margine della conferenza stampa di Ballando con le stelle, il direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, si è limitato a rispondere così alla nostra domanda: «Crozza è coerente con la linea di Raiuno, sicuramente ho chiesto di averlo ma non c’è una fretta spasmodica, anche perché fino a dicembre lui è impegnato con La7. Ma delle negoziazioni non so nulla». E ancora una volta, come in ogni trattativa che si rispetti, la parte del leone la fanno i super manager. Beppe Caschetto, bolognese, ha imparato il mestiere dal suo pigmalione Bibi Ballandi, una specie di papà che nelle telefonate chiama ancora, affettuosamente, «Eminenza». Ballandi, in un’intervista, diceva di Caschetto: «L’ho invogliato io. Era un funzionario della Regione Emilia Romagna con la passione per lo spettacolo. Gli consigliai di cambiare mestiere e seguire la sua passione. Gli feci avere la Marcuzzi ma anche Neri Marcorè e Fabio Volo che era il mio deejay al Bandiera Gialla». Oggi parla poco, appare ancora meno, si autodefinisce «un progressista di formazione cattolica» e gestisce contratti milionari, produce film e programmi. Questo di Crozza per la Rai – scrive sempre il Fatto – supererebbe il tetto limite fissato da Viale Mazzini per l’intrattenimento ossia di 5-600mila euro per due ore. Crozza è un numero uno assoluto. Non lo neghiamo. La sua presenza assicurerrebbe introiti pubblicitari da favola. Sul fatto che valga 10 milioni di euro l’anno, che faccia ascolti da Raiuno lui che viene da La7 e Raitre, nutriamo qualche dubbio. Soldi pubblici, peraltro.