Finisce settembre ma non finisce il volo della Roma, freccia giallorossa esaltata dallo scatenato Gervinho, che viaggia più veloce della Juventus bicampione d’Italia, divertendosi a guardare tutti dall’alto di sei vittorie iniziali su sei, con il miglior attacco e la migliore difesa. Si accorciano le giornate e si allunga la classifica. Due punti separano la capolista dalla coppia Napoli-Juventus, che ne ha altri due di vantaggio sull’Inter, scivolata al quarto posto per colpa di un indonesiano d’origine, non Thohir ma il cagliaritano Nainggolan, bravo e fortunato nel tiro deviato del definitivo 11. Nella domenica del centenario del grande goleador Piola, anche senza la firmadel suo inseguitore Totti, la Roma travolge il Bologna con uno spettacolare 50, per la prima volta senza aspettare di segnare nella ripresa, sfruttando la legge dei grandi numeri. Nemmeno il rischio di invertire la tendenza riesce, invece, a frenare la Juventus, che con la fame di Conte vince il primo derby all’ora di pranzo, prolungando il digiuno del Torino, senza gol da 11 anni e vittorie da 18. Come mercoledì scorso, contro il Chievo, i tre punti arrivano con l’aiutino, perché Tevez è in fuorigioco quando devia il pallone poi ribattuto in rete da Pogba. Ma al di là di questa macchia, il successo della Juventus è strameritato, anche per l’inconsistenza di Cerci e compagni. Guarda caso, con il ritorno del trio titolare in difesa, Buffon fa lo spettatore mentre davanti Giovinco cerca una nuova intesa con Tevez per non far rimpiangere Vucinic, partito in panchina come Pirlo ma al contrario dell’ex milanista entrato nel finale. E’ vero che mercoledì bisogna battere il Galatasaray, dopo aver gettato via due punti in Danimarca. Intanto, però, Conte schiera due moduli a centrocampo senza Pirlo, prima con tre uomini nel consueto 352 (Pogba-Vidal-Marchisio), poi addirittura con cinque, quando Padoin rileva Asamoah nel nuovo 451 (Padoin-Vidal-Pogba-Marchisio-Giovinco rilevato poco dopo da Vucinic), forse per cercare già un’alternativa per il presente, prima che per il futuro. Anche Mazzarri, che non ha impegni europei ma temeva un calo fisico dopo la partita troppo ravvicinata contro la Fiorentina, risparmia Campagnaro, Jonathan, Taider e inizialmente Palacio. Una decisione obbligata e sofferta, insufficiente però per evitare il secondo 11 in campionato contro il Cagliari, che guasta la festa di domani per i 52 anni del tecnico, soprattutto perché questa è la seconda rimonta subìta nel giro di pochi minuti, come contro la Juventus. Due punti sotto il terzo posto, in ogni caso davanti alla Fiorentina anche se vincesse stasera contro il Parma, l’Inter scivola di un gradino ma senza essere ridimensionata. Per come impegna Agazzi, sfiorando quattro volte il gol nei primi 20’, per come lo ottiene con un’azione avviata e conclusa da Palacio e Icardi, due azzeccatissimi cambi di Mazzarri e infine per come cerca di riportarsi in vantaggio dopo aver subito il pareggio su sfortunata deviazione di Rolando, l’Inter si conferma una squadra viva, frenata soltanto dalla stanchezza e soprattutto dalla scarsa qualità delle alternative ai titolarissimi. Ma da domani torna la Champions e siccome la musichetta non suonerà per nessuna delle due, sabato sera a San Siro Inter-Roma sarà una grande sfida senza alibi. Per il sogno scudetto di Garcia e il sogno sgambetto di Mazzarri.