Né Balotelli, né Higuain: il capocannoniere della Serie A si chiama Alessio Cerci. Domenica, nel derby della Mole, sarà il pericolo numero uno per la difesa della Juventus, chiamata a mettere da parte le incertezze di questo avvio di stagione. Già, perché quattro reti nelle prime cinque di campionato la Juve di Conte non le aveva mai subite (si era fermata a 2 lo scorso anno e a 3 due anni fa). Al di là dei numeri, la retroguardia bianconera ha messo in mostra qualche crepa di troppo, sconosciuta nelle scorse stagioni. Basti pensare alle reti incassate dal Copenaghen e dal Verona, due gol in fotocopia dove la difesa è rimasta a guardare. O l’errore di Chiellini che ha spianato la strada alla rete interista di Icardi. E poi un Buffon stranamente arrugginito: contro il Chievo, ha prima sbagliato il rinvio, favorendo il vantaggio di Thereau, poi ha combinato la frittata su un tiro non irresistibile di Bentivoglio, sull’azione del gol annullato ai clivensi. «Spesso al primo tiro in porta abbiamo preso gol – ha sottolineato il numero uno bianconero – e a volte succede per un semplice caso. È anche vero che ci sono stati degli errori da parte nostra e potevamo fare meglio, a cominciare dal sottoscritto. Ma siamo ad inizio stagione e ci può stare, fa parte di un percorso di crescita». Una crescita che dovrà interessare tutto l’organico. Perché se la Juve prende tanti gol sarà anche per via di un Barzagli alle prese con guai fisici, di un Chiellini sottotono, di un Ogbonna ancora in fase di rodaggio,ma anche di un centrocampo meno pimpante rispetto al passato e di due sostituti sulle fasce come Isla e Peluso apparsi non all’altezza. Preoccupazioni non da poco per Conte, alla vigilia del derby e del Galatasaray (vicino all’accordo con Roberto Mancini).