Erano là, quel 13 gennaio 2012, a poppa della Costa Concordia all’altezza del ponte 4. Stavano cercando di fuggire, mettersi in salvo, scappare dall’incubo di un inchino sfacciato trasformato in una strage vergognosa, ma non ce l’hanno fatta. Loro no. Sono stati inghiottiti dal mare e là sotto sono rimasti per quasi due anni, a poppa all’altezza del ponte 4. Fin quando, ieri, sono stati ritrovati dai sommozzatori della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Già, perché i resti umani identificati appartengono quasi certamente – saranno gli esami del dna affidati ai carabinieri del Ris a dare la risposta certa e definitiva – a Maria Grazia Trecarichi, 50 anni, siciliana, e al cameriere indiano Russell Rebello, gli unici due dispersi della tragedia che ha pianto la morte di 32 persone. Il ritrovamento è stato effettuato nei pressi di quella zona indicata sulle mappe di ricerca come «area 3 del centro nave», un’area in prossimità del ponte 4 dove si pensa si trovassero i due dispersi al momento del naufragio. L’immersione dei sub è iniziata alle 10 e si è conclusa alle 12. I resti, dopo essere stati individuati, sono stati lasciati lì: è stata immediatamente informata la procura e nelle prossime ore i sub effettueranno dunque un’altra immersione per riportare a terra le ossa. Il fatto, comunque, è clamoroso. Franco Gabrielli, a capo della Protezione civile, ha definito questo ritrovamento «quasi un miracolo», ma ha puntualizzato che per avere la conferma definitiva occorre aspettare l’esame del dna. «L’esame – ha spiegato – ci confermerà se si tratta delle persone che stiamo cercando». O di uno di loro. «Non sono venuto qui sapendo dell’esito», ha sottolineato il capo della Protezione civile. Il quale, poi, ha spiegato che la propria presenza proprio ieri sull’isola del Giglio era legata alla volontà di incoraggiare i sub che stavano effettuando le ricerche e dire loro che «occorrevano delle risposte perché anche un’ora in più sarebbe stata vissuta con angoscia dai familiari». Risposte che sono arrivate. «Sì, ma non dobbiamo dare per scontato nulla. E comunque mi sono accertato, prima di dare l’annuncio, che i familiari fossero stati i primi a sapere». Per quanto riguarda il processo che vede imputato l’ex comandante Francesco Schettino, invece, si riprenderà il 7 ottobre con l’escussione dei testimoni. Terminata questa prima fase, si proseguirà con la deposizione in aula dei tecnici e dei periti di parte.