Sono partite con 3 ore di ritardo, alle 9 di ieri, le operazioni di parbuckling, o meglio di rotazione della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata il 13 gennaio del 2012 davanti all’isola del Giglio. Un temporale che domenica notte si è abbattuto sulle coste dell’arcipelago toscano ha infatti imposto ai 500 addetti ai lavori di iniziare più tardi, rispetto alla tabella di marcia, le operazioni di sollevamento del colosso del mare incagliato da 20 mesi. La nave, nella serata di ieri, aveva avuto una rotazione di oltre il 13%, riemergendo, per la parte sommersa, di quattro metri. I responsabili delle operazioni, che lavorano per il consorzio formato dall’americana Titan Salvage e dall’italiana Micoperi, hanno lavorato senza sosta per portare a termine l’obiettivo prefissato. E questo nonostante un’allerta meteo, lanciata durante il pomeriggio, parlasse di venti in crescita proprio in quel tratto di Mar Tirreno, con possibili mareggiate. Franco Porcellacchia, responsabile del progetto di rimozione della Concordia, ha precisato: «Onde anche di un metro e mezzo e 20 nodi di vento non ci preoccupano» ha detto, «sono accettabili perciò non ci aspettiamo particolari problemi dal deterioramento delle condizioni metereologiche, che comunque stiamo tenendo sotto continuo monitoraggio ». Le 12 ore previste per le operazioni, quindi, si allungheranno e, se tutto andrà bene, il lavoro terminerà all’alba. Insomma, in circa 20 ore di incessante lavoro. Anche Sergio Girotto, responsabile del progetto per Micoperi, mostra ottimismo: «Neanche il buio ci preoccupa », anche se il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha tenuto a precisare che la nave «ha subito una significativa deformazione della fiancata di dritta». Ecco perché era necessario procedere quanto prima alla rotazione del relitto da cui, per fortuna, fino a ieri sera non si sono verificati sversamenti di carburante o altri materiali in mare. In caso contrario, la Marina Militare ha già posizionato il pattugliatore Cassiopea pronto a intervenire immediatamente. «Ma la partita non è finita» ha aggiunto Gabrielli, «problemi si potrebbero verificare anche nel tratto terminale del raddrizzamento». In ogni caso, la Concordia si è ben distaccata dagli scogli ai quali era incagliata. C’è attesa, da parte dei parenti delle due vittime i cui corpi giacciono da 20 mesi sul fondo del mare, Maria Grazia Trecarichi e il cameriere di origine indiana Russell Rebello. La speranza è che possano essere recuperati prima possibile. Anche i sopravvissuti al naufragio hanno aspettato con trepidazione questo momento. «È come rimuovere un brutto sogno» ha spiegato la giornalista dell’Adnkronos Patrizia Perilli, a bordo il giorno del disastro. Una curiosità: una volta che la nave sarà risollevata saranno recuperarti anche gli oggetti che si trovano al suo interno. Nella nave era situata anche una gioielleria e c’è attesa per capire se tutto sia ancora al suo posto. Intanto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato la richiesta di danni ambientali a Costa Crociere e l’adeguamento – entro maggio 2014 – del porto di Piombino, per una spesa di 70 milioni di euro. Per smantellarla lì. «Eviteremo così di portare quel mostro d’acciaio in giro per il Mediterraneo» ha scritto su Facebook.