Adriano Galliani aveva abituato i tifosi milanisti a ben altre campagne di fine agosto. Rientrava dalle vacanze con delle vere opere d’arte, non con delle repliche di dubbia fattura. Un conto è tornare a casa da Barcellona con Ibrahimovic, un altro ritornarsene da Madrid con Kakà dopo aver fatto piangere Conte (probabilmente soltanto lui) con l’affare Matri. Altri tempi, altri budget. L’operazione Kakà ha una definizione sola: nostalgia. Mail Kakà di oggi, oltre ad avere 4 anni in più di quello che se n’era andato nel 2009 alla bella e significativa cifra di 67 milioni di euro, è un giocatore che ha soltanto il cognome (e il numero di maglia, il vecchio e caro 22) in comune con quello che era entrato nei cuori rossoneri. Kakà tornerà da Madrid più ricco di Creso (ha incassato 10 milioni netti a stagione) nel suo conto in banca, ma decisamente più povero nei suoi talenti. Non è più il giocatore che spaccava le difese avversarie con quegli scatti brucianti in cui sembrava un Frecciarossa paragonato ad un trenino locale. Se neppure Carlo Ancelotti gli trova una collocazione in squadra un motivo ci sarà… In quattro stagioni madridiste, Riccardino è andato spesso in bianco. Le nude e crude statistiche recitano: 117 presenze (su 229); 8661 minuti (su 20610) con 29 gol. Una prima stagione deludente con Pellegrini, tre disastrose con Mourinho e in mezzo un Mondiale insipido come certe minestre di verdura e soprattutto un’operazione al ginocchio che gli ha portato via potenza, elasticità e anche un po’ di rispetto (a Madrid non hanno ancora digerito quel mese di vacanza tra l’ultima partita del mondiale 2010 e l’arrivo in ritiro con il ginocchio sinistro distrutto). La prima istruzione per l’uso del nuovo Kakà è quindi soprattutto una: dimenticare Kakà, quel Kakà sparito dai radar il 31 maggio 2009 con un ultimo gol alla Fiorentina (270 partite con 95 reti in rossonero). Quel Kakà non c’è più. Non lo hanno ritrovato neppure a Madrid. Ma una volta capito di avere in squadra soltanto un omonimo del giocatore che nel 2007 vinse il Pallone d’oro, i tifosi rossoneri potranno apprezzare il nuovo trequartista arrivato alla corte di Allegri. Un giocatore con i piedi certamente buoni, anzi migliori della maggior parte dei suoi compagni e una personalità che potrà far soltanto bene ad un centrocampo che non ne è troppo dotato. Magari giocandogli di fianco Montolivo potrebbe succhiarne un po’ di sapere… Per vincere lo scudetto contro la Juve all’Apache e il Napoli Hamsikizzato (ma anche contro la giovane Roma, la Fiorentina e l’Inter di Mazzarri…) non possono certo bastare rinforzi come Matri e Kakà . Ma chi si accontenta potrà anche godere.