PrimariescontrosulleregoleespostocontroRenzi20121129Oggi Enrico Letta chiederà alla Direzione Pd lealtà al suo governo. Ieri, invece, gli saranno fischiate le orecchie. perché Matteo Renzi, sul palco della Festa democratica di Bosco Albergati,(Castelfranco Emilia), dopo settimane di ponderato silenzio, prima è partito da una citazione di Ligabue («Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai io vorrei sapere se 23 anni dopo possiamo provare a dire che questo è il nostro tempo»), poi ha stuzzicato il premier e il Pd: «Il partito deve innovare. La vecchia tessera non basta più. Spero che il governo faccia bene per l’Italia, io faccio il tifo per lui, ma Letta non cerchi alibi». Altre parole per Guglielmo Epifani: «Fissiamo la data del congresso e non passiamo tempo a interrogarci su come cambiare le primarie». E su Berlusconi: «Le sentenze si rispettano, la legge è uguale per tutti». A riguardo ieri, in una intervista al Corriere della Sera, il segretario democratico, Epifani, era stato ancora più netto, ribadendo che il Cav «deve fare un passo indietro. Invito che ha trascinato furiose reazioni in area centrodestra: «Un provocatore irresponsabile », «Un incendiario », si legge infatti tra le dichiarazioni sparse. «Niente ricatti», è stata la replica di Rosi Bindi. E le tensioni tra i partiti di maggioranza si sono viste ieri nell’aula del Senato, impegnata a dare il via libera al decreto Fare: alla fine l’ok è arrivato, ma durante la votazione il governo è stato battuto sull’emendamento che sopprime le nuove regole per l’accesso ai concorsi dei magistrati: passati due emendamenti di Lega e Pdl. In più, dopo la seduta di ieri notte, la giunta per le immunità del Senato che deciderà sulla decadenza del Cav si riunirà il 9 settembre.