Doveva essere la peggiore estate dal dopoguerra: niente ressa sulle spiagge, basta code in autostrada e giornate da bollino nero. Addirittura pareva che il rito dell’esodo in massa, amato e al tempo stesso odiato da milioni di vacanzieri in movimento nella Penisola, fosse destinato a finire nell’album dei ricordi.
Con malcelata soddisfazione, fra l’altro, dei neopauperisti e dei fautori della decrescita felice (e beota). Così non è stato. Contro tutte le previsioni le presenze negli alberghi e nelle località di villeggiatura sono cresciute. Non di molto, visto che l’incremento si è fermato allo 0,9% rispetto allo scorso anno. Ma il dato è interessante perché va letto per quel che vale: una inversione di tendenza. La mini ripresa ha interrotto un ciclo di cali che durava da 5 anni. I numeri non autorizzano a cantare vittoria.
A muoversi per andare in villeggiatura sono circa 27 milioni fra adulti e bambini, mentre 30 milioni di persone rimarranno a casa. Ma chi si sposta rappresenta il 45,1% della popolazione, mentre lo scorso anno si fermava al 44,7. E come accadeva in passato molti fra ivacanzieri si stanno divertendo a debito, dopo aver chiesto un prestito per andare a Rimini, Cesenatico o sulle spiagge della Versilia. Ma il fatto che la loro banca glielo abbia concesso è di per sé un altro segnale positivo. C’è poi un indicatore indiretto a dimostrare che si erano sbagliati in molti a prevedere un’apocalisse turistica: le code. «La crisi cancella il bollino nero, qualche criticità solo il 3 agosto», titolava l’agenzia Adnkronos all’inizio di luglio. E non si trattava di una forzatura giornalistica: Viabilità Italia, il centro di coordinamento del Ministero dell’Interno, prevedeva traffico per gli ultimi fine settimana di luglio con «qualche criticità in più» sabato3agosto. Per il restoniente code. «Si è preso in considerazione il cambiamento di abitudini degli italiani, che anziché concentrare le loro partenze in un unico weekend le spalmano lungo l’intero periodo estivo – spiegava il commissario capo della Polizia stradale, Ambra Gentile – e potrebbe esserci anche un’incidenza della crisi economica, a causa della quale molti italiani non andranno in vacanza». L’austerity, si pensava, avrebbe replicato il copione delle le partenze estive 2012. Così la Stradale decise di abolire del tutto i bollini neri mettendo quelli rossi soltanto per l’ultimo weekend di luglio e tutti quelli di agosto. Per fortuna nostra l’esodo in corso in questi giorni ha smentito clamorosamente le previsioni.
La prova tangibile sono state le code registrate fra venerdì sera e ieri in molli punti critici della rete autostradale. FILE IMPREVISTE Nella notte di venerdì, lunghi incolonnamenti, di oltre 8 chilometri, si sono verificati alla barriera di Trieste-Lisert. Sulla A1, coda di 2 chilometri tra la tangenziale Ovest e il casello di Milano sud in ingresso in autostrada. Lunghe colonne pure traCasalpusterlengo e Parma e nel tratto che va da Reggio Emilia al Bivio con la A14. Ma la lista dei blocchi è lunghissima. Sempre sull’Adriatica code tra Marotta e Ancona Nord, mentre sulla A57 si sono verificati lunghi stop al traffico tra Favaro Dese e l’Aeroporto Venezia-Tessera. Anche la Riviera Ligure ha pagato il tributo al ritorno dei vacanzieri. Sull’A10 Genova-Ventimiglia incolonnamenti tra Spotorno e Varazze verso il confine francese. Al sud situazioni critiche sulla Salerno-Reggio Calabria, mentre ai valichi alpini le code hanno riguardato un po’ tutti i tronchi autostradali. Sulla A9 gli incolonnamenti hanno raggiunto i 9 chilometri fra Como Grandate e Chiasso in direzione Svizzera. Sull’A22 Brennero- Modena 6 chilometri alla barriera di Vipiteno in entrata verso l’Italia. TUTTI AL MARE Il gran flusso di veicoli in movimento verso le mete turistiche sta producendo un effetto inatteso: le presenze in albergo sono superiori di quasi l’1% rispetto allo scorso anno. La durata della vacanza quest’anno è mediamente di 11 notti, come nel 2012 e nell’87% dei casi i nostri connazionali rimarranno in Italia (la scorsa estate erano il 77%). All’estero vanno 13 vacanzieri italiani su 100, mentre nel 2012 erano 19.
Le mete più gettonate restano le località marine. Il 69,1% rispetto al 67,9% dello scorso anno. Forte l’aumento dei pernottamenti nelle isole minori, scelte dal 21% dei turisti, contro l’8 della scorsa estate. Segue la montagna con il 16,6% delle preferenze, mentre si accentua il calo nelle località termali e del benessere con il 2,9% della domanda, rispetto al 4,2% del 2012. Tra le tipologie di soggiorno preferite l’albergo rimane il numero uno incontrastato con il 30,6% delle preferenze. Poi vengono, nell’ordi – ne, la casa di parenti o amici, l’abitazione di proprietà, il villaggio turistico, l’appartamento in affitto. Cresce il residence, in calo il campeggio, stabili i bed & breakfast con il 2%, giù pure l’agriturismo sceso all’1% delle preferenze. PIÙ SOLDI IN ITALIA Secondo Federalberghi il giro d’affari delle vacanze estive si aggira intorno ai 14,9 miliardi di euro, in calo di 3 punti percentuali rispetto al 2012, quando il dato era di 15,3 miliardi. Ma la flessione è positiva per il nostro sistema ricettivo: si spendemenoperché sono calati (del 6%) i connazionali che lo scorso anno avevano preferito una meta estera. Decisamente più costosa rispetto a molte delle nostre località di mare o di montagna. Quindi parte dei soldi risparmiati finiranno nella casse di alberghi, ristoranti ed esercizi commerciali della Penisola. Un’altra buona notizia.