Comprare un’automobile o ristrutturare finalmente casa per sfruttare le agevolazioni fiscali. Facile a dirsi, difficile a farsi, se mancano i soldi. Una situazione comune a tanti italiani. Che scelgono un prestito ma che fanno sempre più fatica a restituirlo. L’ultimo rapporto mensile dell’Abi sui prestiti rivela che a giugno c’è un saldo negativo: si parla di una diminuzione del 3,1% su base annua. In pratica gli istituti di credito italiani hanno concesso in un anno circa 1.893 miliardi di euro ma hanno riportato a casa soltanto 1.735 miliardi. Le banche, spesso, ne approfittano. L’Italia è infatti maglia nera d’Europa su mutui e prestiti. RATE PIÙ CARE L’Adusbef denuncia che dopo il leggero calo di dicembre 2012 rispetto alla precedente rilevazione è tornato a crescere il differenziale di tasso tra prestiti offerti in Italia e quelli offerti in Eurolandia, mentre è calato leggermente quello sui mutui. I dati forniti da Bankitalia e Bce sono aggiornati a maggio 2013. Per i mutui, il differenziale è infatti passato da 119 punti base di dicembre 2012, a 114 di maggio 2013. Per i prestiti il differenziale è salito da 152 punti base di dicembre ai 163 di maggio 2013. Per cui a maggio 2013, un mutuo di 100mila euro a 30 anni vede il mutuatario italiano pagare una rata mensile di 66 euro più alta del mutuatario di Eurolandia e cioè 792 euro in più all’anno. A conclusione del mutuo, avrà pagato 23.760 euro in più di un cittadino dell’area Euro, differenziale cresciuto rispetto ai 23.040 euro della rilevazione di aprile. Per lo stesso mutuo ma a 20 anni, alla fine il mutuatario italiano avrà pagato 14.400 euro, differenziale in crescita rispetto ai 13.912 euro in più della rilevazione di aprile. Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trifiletti di Federconsumatori hanno chiesto al governo di intervenire, «eliminando o riducendo la speculazione su tassi, prestiti, costi e condizioni, imponendo agli istituti di credito la loro mission di sana e prudente intermediazione creditizia al servizio dell’economia, invece di impiegare 265 miliardi di euro di prestiti triennali Bce al tasso dell’1% per incrementare il portafoglio dei titoli di Stato». Intanto, però, noi come possiamo difenderci? Scegliendo le offerte più vantaggiose. E allora partiamo dalle differenze di base. Cosa scegliere tra un mutuo e un prestito se proprio non ne possiamo fare a meno? Facile.it ha prestito. Più è basso e più è conveniente. Ma non comprende le spese accessorie, cioè ad esempio le spese di istruttoria, quelle di chiusura della pratica, il costo delle comunicazioni o le spese di incasso e gestione della rata. Bisogna poi sempre controllare se sono previste coperture assicurative da sottoscrivere alla firma del contratto. Non sempre sono obbligatorie e incidono sul valore della rata. La copertura tutela la banca o l’in – termediario finanziario, ma tutela anche il consumatore e la sua famiglia in caso di malattia, invalidità totale permanente, inabilità, ricovero o perdita d’impiego. Secondo prestiti.it sulle spese di istruttoria è bene fare attenzione al contratto: a volte sono definite costi di consulenza e devono essere corrisposti subito, indipendentemente dall’esito della pratica, mentre solitamente vanno pagate solo in caso di operazione andata a buon fine.
PRATICA RIFIUTATA L’osservatorio sul credito di Assofin, Crif e Prometeia lo ha appena certificato: le erogazioni dei prestiti alle famiglie italiane continuano a calare. E la parabola discendente non darà cenni di inversione, secondo gli analisti, almeno fino al 2015. Nel 2012 l’erogazione dei prestiti ha chiuso in calo dell’11,7% rispetto al 2011, tornando ai livelli del 2009. Nel primo trimestre del 2013 è proseguita la contrazione: -5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La crisi ha colpito in primis i prestiti personali, poi i finanziamenti per l’acquisto di auto o moto. Tengono invece i finanziamenti per i consumi di importo più contenuto, come quelli necessari all’acquisto di arredamento, elettronica o elettrodomestici. Per “convincere” la banca, oltre alla capacità di rimborsare le rate, è bene avere la presenza di un garante, che firma il contratto e garantisce. Non è una presenza necessaria, certo. Ma è ben vista dagli istituti, che concederanno più facilmente il prestito. Lo faranno anche se si distribuisce il peso delle rate su più anni. La banca esamina il rapporto tra rata e reddito percepito, controllando che non superi il 30% del reddito totale. Per quanto riguarda infine i documenti, per richiedere un prestito personale basta di solito presentare l’ultima busta paga o la dichiarazione dei redditi in caso di lavoratore autonomo. Per un prestito finalizzato bisogna portare il preventivo della spesa.