Segnali di Fede. Sono ancora la Pellegrini, appena ricomincio sul serio vi metto tutte in fila. Il Palau Sant Jordi — francesi compresi, che alla presentazione l’hanno fischiata — si inchina all’olimpionica di Pechino, rende omaggio al talento e all’orgoglio della regina dei 200 stile libero che sa ancora fare paura a tutte. Pure nell’anno semisabbatico, pure se si è allenata più nel dorso, se ha rotto col fidanzato (Filippo Magnini) e continuato ad allenarsi nella corsia accanto. Terzo tempo dopo le batterie (1’56”79), il migliore in semifinale (1’55”78): solo 20 centesimi più del crono per l’oro di Shanghai, quasi un secondo meglio di Londra 2012 (1’56”73), ai Giochi sarebbe stato un bronzo davanti alla Barratt. Fede rende omaggio alle vittime di Pozzuoli con il tratto nero del lutto sul braccio sinistro, poi svela i desideri: «Il gioco continua, voglio viverla a cuor leggero». Chapeau Segnali di Fede. Sognava il colpo di scena, il ritorno sul blocco di partenza numero 5 della quinta e ultima batteria dei suoi 200 stile libero senza che lo sapesse nessuno, ha sfoderato le unghie lunghissime e laccate contro chi le ha rovinato lo scherzo. «Volevo mantenere il riserbo fino ai blocchi, volevo lasciare le avversarie col dubbio». Qualche timore in più ce l’hanno dopo averla vista decollare come una volta negli ultimi 50 metri. Nell’ultima vasca si è mangiata tutte: quasi un secondo di vantaggio in 50 metri su Franklin e sull’olimpionica Muffat. «E’ il bello di aver vinto i 200 qualche volta in carriera, le altre ti guardano in un altro modo. A Pechino era successo a me di aver timore di Laure (Manaudou) anche se non era in forma. E’ una carta che cercherò di sfruttare al massimo. Sempre sapendo che non ho preparato questa gara e che non posso aspettarmi nulla. Fare i 200 sl mondiali da campionessa mondiale significa proteggere il titolo, però non è il caso di quest’anno. Questa è una gara non preparata, senza pressione o aspettative». Finale Quanto talento e orgoglio c’è in questa fuoriclasse senza filtri, ogni tanto scomoda, che con un solo allenamento in acqua e 5 chilometri al giorno sa fare questo. «Sapevo che la semifinale sarebbe stata tirata, sono partita forte (27”56 i primi 50, poi 56”94, 1’26”70), ho cercato di tirarla al massimo altri menti si rischiava di rimanere fuori». Mai ci sono stati tempi così per una finale mondiale dei 200: le prime otto in 96/100, l’ultima qualificata, l’olandese Vreeland, con 1’56”76, due nomi noti come Barratt e Hosszu fuori. «Sono contenta di essere tra le 8 migliori al mondo. Qui mi sa che si andrà più veloce che a Shanghai. E’ stata una semifinale tirata, non so quanto posso ancora limare da questo tempo, spero un decimo o due. Ma voglio viverla sempre così, a cuor leggero». La scelta L’idea di provarci è di qualche giorno fa, alimentata da Lucas che non vede l’ora di recuperarla a tempo pieno. «Non aveva mai accennato ai 200 sl — osserva la Pellegrini —, però in allenamento aveva cominciato a farmi fare qualcosa a stile libero. Lunedì mi ha detto che in acqua sto molto bene e poi: decidi tu, basta che li fai solo per divertirti e senza nessuna pretesa, cinque 200 cosa vuoi che siano con tutti gli allenamenti che fai. Per adesso ha ragione. Ho deciso io, con i consigli delle persone piu fidate, degli allenatori, di Matteo (Giunta) e Philippe». Il tecnico francese dal look inconfondibile ha cominciato a costruire il futuro. «Me l’ha chiesto lui di mettere la mano davanti alla Muffat, era una sua tattica» ammette Federica. «Mi aveva detto di stare con le prime e se ne avevo ancora di tirare negli ultimi 50: ne avevo». Dorso Altro che solo staffette e 200 dorso, che Federica comincerà ad affrontare venerdì. «In batteria ho cercato di minimizzare gli sforzi, adesso ho tanta di quella adrenalina in corpo che non sento la stanchezza. Essere in finale così dà buone sensazioni: so che se preparerò i 200 o lo stile libero, posso limare molto. Già questo è un tempo che non mi sarei mai aspettata». Quasi da non credere. Sono segnali di Fede.