«William, si sono rotte le acque ». «Will, le contrazioni sono aumentate, prendi la macchina». Il copione, da gestante a gestante, è sempre lo stesso. Che si tratti si un royal baby o di un semplice commoner, l’emozionante corsa in ospedale accomuna banalmente un po’ tutte le mamme del mondo. E così ieri mattina la duchessa di Cambridge, Catherine, assieme al marito William, futuro erede al trono d’Inghilterra, ha lasciato la dimora reale di Kensington e in macchina, senza la scorta della polizia, ha raggiunto il St.Mary hospital di Paddington, nella zona ovest di Londra, la stessa clinica dove la defunta principessa Diana ha fatto nascere William e Harry. Al termine di un’estenuante giornata di attesa, a sera è finalmente arrivato l’annuncio: è nato con parto naturale (alle 16 e 24 ora locale, per la cronaca). Il royal baby è maschio, pesa 3,8 kg e sia lui sia la madre godono di ottima salute. «Un bambino meraviglioso, un bambino bellissimo», ha commentato il ginecologo Marcus Setchell, il medico che ha guidato il team di sanitari che ha aiutato a partorire Kate. Dopo l’annuncio della nascita del suo primo nipote, il principe Carlo d’Inghilterra, ha detto di essere «enormemente orgoglioso e felice » di essere diventato nonno. Ancora nonsi saquale nomegli sarà imposto (i bookmakers davano George in pole position). L’uni – ca certezza è che il pargolo è già un successo, tanto da essersi già guadagnato il poco regale titolo di “King of business”. Nella notte a Londra è esplosa la festa dei sudditi al grido di «It’a boy!», «È un maschio!».
LA MORTE DI DIANA A Buckingham Palace il 1992, l’«annus horribilis» di Elisabetta II (in un anno dovette affrontare i tre divorzi dei figli e l’incendio del Castello di Windsor), è ormai un vago ricordo. Così come lontana appare quell’ondata di impopolarità che seguì la morte della principessa Diana, nel 1997, quando un sondaggio stabilì che la maggioranza degli inglesi si sentiva pronta ad abbandonare la monarchia. Oggi, secondo un sondaggio di Ipsos Mori, il 77% degli inglesi vuole la monarchia, solo il 17% preferirebbe una repubblica, e tra tutti i reali William e Kate sono i più popolari dopo la Regina Elisabetta II. Royal baby significa dunque royal business. L’industria dei gadget e dei memorabilia è rifiorita. Tazze, piattini, magliette, spille e persino ditali da cucito, con i volti di William e Kate «sell like hot cakes», insomma vanno via come il pane. Secondo il Centre for Retail Research il mercato dei souvenir vale oggi 80 milioni di sterline. Va bene anche all’industria alimentare. Gli esperti prevedono infatti che saranno 87 i milioni di sterline spesi in champagne, dolci e leccornìe varie per festeggiare la nascita reale e altri 76 milioni in libri, biglietti e dvd. Mentre Kate ancora respirava e dava spinte, perché, come dicevano le fan assiepate fuori dalla clinica, «she’s not “too posh to push” »(non è troppo snob per spingere), i negozi di abbigliamento già ne approfittavano per far cassa. I brand “Mothercare” e “Jo Jo Maman Bébé” hanno lanciato una serie a tema. Tutine, bavaglini, body con la corona per il primo, i secondi invece hanno puntato sull’ironia con scritte del tipo “Mia nonna è la Regina” o “Pippa è mia zia”, (Pippa è la sorella di Kate ndr).
TURISMO IN CRESCITA Il royal baby fa da traino anche all’industria alberghiera. Secondo “Visit England” sono molte le iniziative pensate appositamente per l’arrivo del figlio di William e Kate. Il Museum of London, ad esempio, propone la mostra “Ro – yal Arrival”, in cui vengono esposti gli oggetti usati dai “royal baby” del passato. Ci sono poi gli hotel che mettono in mostra fotografie che ritraggono i principini William e Harry ancora tra le braccia della compianta mamma Diana. Altri alberghi poi fanno offerte scontate alle coppie che sono in dolce attesa o a quelle che hanno bambini piccoli. Morale: gli analisti hanno calcolato un giro d’affari complessivo pari a 240 milioni di sterline (quasi 280 milioni di euro). Secondo Joshua Bamfield, direttore del Centre for Retail Research (CRR) «la nascita del bambino provocherà un boom dell’economia. Non solo inglese. Anche oltre Oceano c’è un grande interesse e ci aspettiamo buone vendite di souvenir» ha aggiunto l’esperto.
LE SCOMMESSE Poi c’è il mondo delle scommesse. La nascita del figlio dell’erede al trono è l’evento non sportivo su cui gli inglesi hanno scommesso di più, con le giocate che nell’ultime ore sono cresciute del50%. Ciascun bookmaker è arrivato a incassare 15mila sterline al giorno, contro le 10mila della settimana scorsa. In totale le puntate complessive si stimaraggiungeranno alcuni milioni di sterline. E con Kate in travaglio gli inglesi nonhanno smesso fino all’ultimo di giocare sul Royal baby, e pazienza se i bookmaker non ci hanno preso, convinti com’erano che sarebbe stata una femminuccia (si giocava a partire da 1,50, contro il 2,25 del maschietto). God save the royal baby.