Ancora le 3,32. A quell’ora, il 6 aprile del 2009, la notte e la storia dell’Aquila venivano stravolte dal terremoto. Ieri, nello stesso minuto esatto, la terra ha tremato nelle Marche, tra Ancona e Macerata. La gente è stata svegliata e si è precipitata in strada: la scossa è stata forte, 4,9 di magnitudo della scala Richter. Il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) ha localizzato il sisma 14 km a nordest di Loreto e 18 km a nordest di Castelfidardo e l’epicentro in mare a pochi chilometri dalla costa e a 8,4 chilometri di profondità. Paura I testimoni raccontano di una scossa infinita: ha tremato la costa adriatica fino a Pescara, in particolare i comuni anconetani di Numana e Sirolo e quello maceratese di Porto Recanati (dove si trovava in vacanza Mario Monti con la famiglia). Ma qualcosa si è sentito anche in Umbria, Abruzzo e Lazio. Fortunatamente non ci sono stati danni a persone o cose, ma la paura è stata tantissima e una decina di persone sono state ricoverate per un malore. Anche perché dopo la scossa iniziale, ce ne sono state altre di assestamento e alle 5,07 una forte quasi come la prima. La protezione civile ha confermato che la «situazione è sotto controllo» e che sono state effettuate 25 verifiche strutturali «solo a scopo precauzionale », ma nessun edificio è stato danneggiato. «La popolazione colpite — ha commentato il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca — hanno reagito con grande responsabilità e, grazie all’immediatezza della protezione civile, l’emergenza è stata e continua ad essere gestita con grande serenità ».